Lanterna Verde: la recensione in anteprima
Quest’estate si sono avvicendati sul grande schermo, a poche settimane di distanza l’uno dall’altro,i più attesi cinecomics dell’anno e, dopo X-Men l’inizio, Conan The Barbarian e Captain America, è la volta di Lanterna Verde. Il film, nelle nostre sale dal 31 agosto e diretto da Martin Campbell (Casinò Royale), vede tornare alla ribalta la DC Comics che, dopo alcuni flop (vedi Superman Returns e Catwoman), messa in ombra dallo straripante mondo Marvel ed evidentemente troppo concentrata sui suoi supereroi chiave (Batman e Superman), prova a rimettersi in gioco. Lanterna verde ci mostra un universo incredibilmente vasto ed altrettanto sconosciuto in cui operano i Green Lantern Corps, i protettori della pace e della giustizia, una fratellanza di guerrieri che ha giurato di mantenere l’ordine intergalattico. Ogni Lanterna Verde indossa un anello che gli conferisce dei superpoteri, ma quando un nuovo nemico chiamato Parallax minaccia di distruggere l’equilibrio del potere nell’Universo, il loro destino e il destino della Terra si trovano nelle mani della loro ultima recluta, il primo essere umano ad essere mai stato selezionati: Hal Jordan (Ryan Reynolds). Hal è un arrogante pilota collaudatore di talento, ma le Lanterne Verdi hanno poco rispetto per gli esseri umani che non hanno mai sfruttato prima il potere infinito dell’anello. Ma Hal è chiaramente il pezzo mancante del puzzle, e insieme alla sua determinazione e alla sua forza di volontà ha una cosa che nessun membro del Corpo ha mai avuto: l’umanità. Con Hal ci troviamo dunque di fronte ad un supereroe che ovviamente ha dei superpoteri ma che trae la sua forza dalla propria umanità. Il film è prevalentemente incentrato sul protagonista e sul suo mondo interiore anche perchè l’anello sembra essere la propaggine dei pensieri e della mente di chi lo indossa. Al di là degli effetti speciali propri del genere e degli scontri intergalattici che spingono i personaggi a duellare fino al Sole, Lanterna Verde è la storia di Hal: del suo triste passato, delle sue paure e debolezze, dei suoi sentimenti. Sicuramente, di fronte all’universo che il film ci racconta, la consapevolezza di essere solo un puntino nella galassia si farà strada nello spettatore, ma ancora una volta, dopo Batman o Ironman, è evidente che dietro la maschera deve esserci anche un grande uomo e che i superpoteri da soli non sempre bastano.
Sara D’Agostino