Le avventure di Peter Pan – Recensione
Wendy racconta spesso ai suoi fratellini Gianni e Michele le storie su Peter Pan ma, questo suo atteggiamento indispettisce il padre dei tre, Agenore Darling che tenta di separare la sorella dalla stanza dei due bambini più piccoli. Una notte però Peter Pan, in cerca della sua ombra perduta, inconta i tre fratellini e grazie alla polvere magica della gelosissima Trilly, li guida in volo, prima sui tetti di Londra, poi fino all’Isola che non c’è.
Sull’isola li aspettano i Bambini sperduti che ‘eleggono’ Wendy come loro mamma. Ma in quel luogo fatato non è tutto rose e fiori, il cattivo di turno è Capitan Uncino che guida la sua ciurma di pirati nel tentativo di catturare Peter Pan, reo di avergli tagliato la mano in un vecchio duello. Per riuscire nello scopo il Capitano non esita a rapire la figlia del capo indiano, scatenando una battaglia tra pirati ed indiani, che vivono dall’altro lato dell’isola. Peter Pan riesce a liberare la prigioniera e a ricondurla al villaggio. Ma le sorprese non sono finite. Quando Wendy si accorge che i due fratellini si stanno scordando della loro vera mamma, decide di portarli tutti a casa…ma non ha fatto i conti con Capitan Uncino che li rapisce e li porta sul suo vascello. Qui assisteremo alla battaglia finale.
Ispirato allo straordinario romanzo di James Barrie, il film è un continuo richiamo a quello che solo i sogni possono offrire. Le avventure di Peter Pan non è però dedicato solo a quelli che vogliono rimanere eternamente bambini perchè in uguale misura si rivolge anche a chi vuole crescere troppo velocemente scordandosi il lato fanciullesco. Il cattivo del film, Capitan Uncino, non è poi così terrificante: avreste così paura di un qualcuno che ha paura del ticchettio di una sveglia? Con una sceneggiatura che sembra essere l’unione di più episodi, apparentemente slegati tra di loro, il film riassume invece il segreto stesso dell’essere bambino, la capacità di saper passare con splendida noncuranza da un gioco all’altro, e non a caso sono alcuni dei giochi che da sempre popolano i sogni dei più piccoli ad essere riproposti sulla pellicola: ora giochiamo ai pirati, poi sognamo di volare, poi giochiamo agli indiani e poi si gioca a fare la mamma.
Un film destinato ai più piccoli che strizza l’occhio ai più grandi perchè, la scena del papà di Wendy che ricorda di essere stato anche lui su quella nave è qui per questo, l’Isola che non c’è è uno stato dell’anima, basta ritrovare la rotta: seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino…
Paolo Cosenza