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Le Frise Ignoranti – Recensione

In un momento in cui il cinema italiano sembra aver (ri)trovato la sua strada maestra, dove i giovani autori si fanno avanti con proposte più che interessanti, arriva un film come Le Frise Ignoranti che ci fa riassaporare quel cinema che non vorremmo mai vedere. Sì perché il film di Antonello De Leo e Pietro Loprieno è un film vuoto, un cinepanettone di dopo Pasqua che si fatica a digerire, soprattutto dopo quello che si è visto che sa ancora fare il cinema nostrano.

La storia, raccontata sotto una patina raffinata per celare la sua origine cinepanettoniana, è quella di Luca, sposato con una donna asfissiante, con un lavoro che odia e un padre inaffidabile. Certo con lui ci sono gli amici della band, Le Frise Ignoranti, con il quale parte in tour. Ma sul più bello scopre che suo padre è malato ed è sparito dalla circolazione.

Già dalle prime battute della pellicola si comprende come i problemi partano già dalle fondamenta: regia e sceneggiatura. Loprieno e De Leo devono marcare il fatto che loro hanno studiato, che sanno quello che fanno (ecco il patinato che intendevo prima) riempiendo così la pellicola, soprattutto nella prima metà, di movimenti di macchina ricercati, difficili, ma assolutamente inutili per un film di questo tipo. La sensazione che si ha, infatti, è quella di una forma che non combacia per niente con la sostanza e che anzi, fa girare la testa.

Le stesse vicende finiscono per essere solo tratteggiate, infarinate con un’ironia spicciola, dove il tutto risulta superficiale e poco approfondito, dove solo il lavoro degli attori salva (leggermente) l’intera baracca.

Le Frise Ignoranti è un film che sembra frutto della fretta, che esce fuori stagione e che non riesce a salvarsi nemmeno grazie alla comicità di Lino Banfi o a quella di Francesco Pannofino. Occasione buttata.

Sara Prian

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