L’Estate Sta Finendo – Recensione
Commedia che si trasforma in noir e noir che si trasforma quasi in fiction, sono questi i tre stadi dello sviluppo della pellicola di Stefano Tummolini, che alla sua opera prima come regista e sceneggiatore, si dimostra abile, anche se questa sorta di film-esperimento sociale, finisce per essere poco emozionale, scontato e senza quella suspense che caratterizza il noir.
Un gruppo di universitari laureandi si prepara a trascorrere un weekend sul litorale romano, prima dell’immersione negli ultimi esami. All’insaputa dei genitori, Domenico (Andrea Miglio Risi) invita gli amici alla villa sul mare. Con lui Fabrizio (Marco Rossetti), il suo migliore amico, studente di legge e Don Giovanni, Katia (Ilaria Giachi), la sua ragazza, Giulia (Nathalie Rapti Gomez), bella e un po’ superficiale, sua sorella Flavia (Nina Torresi) il suo ragazzo Davide (Fabio Ghidoni), un musicista che non ha nulla in comune con gli altri e un ballerino appena uscito da un talent show, Manuel (Stefano Fardelli). All’ultimo si aggiunge anche Guido (Giuseppe Tantillo), il cugino siciliano di Domenico. Il loro weekend sarà turbato da un improvviso incidente, che coinvolgerà uno di loro e trasformerà la vacanza.
‘’L’Estate sta finendo e un anno se ne va sto diventando grande lo sai che non mi va’’ il testo della canzone portato al successo dai Righeira, dal quale prende spunto il titolo del film, spiega a chiare lettere cosa per quel gruppo di ragazzi, rappresenti e rappresenterà il weekend al mare.
Il cambiamento, in meglio o peggio, la fine di una storia o di un’amicizia, il confine tra l’innocente giovinezza e le responsabilità nel diventare adulto a tutti gli effetti. L’estate termina, il sole, il mare e i giochi in spiaggia finiscono, per lasciare il posto al buio, al mistero all’illegalità e ai segreti.
Prima che il silenzio, la paura e i sensi di colpa attanaglino i giovani amici, però, la pellicola con una prima parte tutta dedicata alla commedia e stilisticamente molto televisiva, dipana i legami tra i componenti, si occupa di caratterizzare i personaggi e dimostra come i ragazzi, nonostante siano tutti sui 25 anni, quasi fossero ancora adolescenti, vogliono essere accettati dagli altri, primeggiare, sentirsi parte di quel gruppo e per raggiungere questa meta ce la mettono tutta, strafacendo e rischiando, per poi pentirsene.
La gioventù di oggi, dei figli di papà e dello sballo tra alcol e droga per riuscire a divertirsi e stare insieme. Questo è il ritratto che Tummolini fa, quello di un universo giovanile superficiale, egoista, che sperimenta, vive alla giornata, sembra povero di sentimenti e macabro.
Ecco quindi che proprio quando il film cambia registro e diventa noir, la parte che forse lo spettatore attende di più, quasi stanco di dover aspettare che succeda qualcosa di significativo, finisce per deludere. All’evento che segna le vite di questi ragazzi viene dato poco spazio e si risolve con un non risolto.
Certo è che la pellicola avrà il suo sequel non al cinema, ma in un romanzo (Un’estate fa, Fazi), ma lo spettatore alla fine ne rimarrà spiazzato, soprattutto per aver assistito ad una pellicola che è quasi da considerare di ‘’formazione’’, ma misera di emozioni, prevedibile e, trascurando proprio il noir, povera anche della giusta suspense. Un vero peccato!
Alice Bianco