Lorax – Il Guardiano della Foresta – Recensione
Prodotto dalla Illumination Entertainment, distribuito dalla Universal e diretto da Chris Renaud da una sceneggiatura di Ken Daurio e Cinco Paul, “Lorax – Il Guardiano della foresta” è l’adattamento cinematografico 3D-CG della storia, ormai diventata un classico della narrativa per ragazzi, scritta dall’americano Theodor Seuss Geisel, meglio conosciuto con lo pseudonimo Dr. Seuss, i cui libri, pubblicati in oltre 95 paesi, tradotti in 17 lingue diverse, con vendite che superano il mezzo miliardo di unità in tutto il mondo, ne fanno uno degli autori più amati ed apprezzati da bambini e non solo.
Nella città di Thneedville, dove un’umanità alienata ha perso memoria della natura ed ora chiama casa una bolla meccanica, pseudo utopia commerciale, dove tutto è artificiale, lucido e soprattutto in vendita, persino l’aria che si respira, un bambino di nome Ted è innamorato della sua vicina Audrey, che da tempo non desidera altro che vedere un vero e proprio albero di Truffula.
Naturalmente il ragazzo non vede l’ora di diventare colui che realizzerà questo desiderio, così, su consiglio della nonna, Ted si avventura fuori dalla città, fino a spingersi nelle terre desolate che la circondano, alla ricerca di “The Once-ler,” una figura misteriosa che, a quanto sostiene nonna Norma, è l’unico uomo a saper cosa sia successo agli alberi.
Una volta rintracciato The Once-ler (la voce è di Marco Mengoni), questi viene convinto a raccontare la storia dei suoi anni giovanili in cui, proprio come un aspirante imprenditore, scese a valle per raccogliere i ciuffi dell’ albero di Truffula per farne poi indumenti di sua invenzione, contraddistinti dai molteplici usi ma dalla nessuna reale utilità e a cui diede il nome di “Thneed”.
Quando il giovane Once-ler abbatte il suo primo albero scatena una sorta di incantesimo e fa spuntare dal nulla il Lorax (la voce, anche nella versione italiana, è di Danny DeVito), lo spirito guardiano della foresta, che, dicendo di parlare a nome degli alberi, avverte l’Once-ler che la sua profanazione avrà conseguenze gravi.
Caratterizzato da un ritmo vivace, battute divertenti e personaggi spassosi “Lorax” piacerà ai bambini ed ai più grandi ma deluderà forse i fedelissimi dei libri del Dr Seuss. Per ampliare il volumetto e farne un lungometraggio, in sede di scrittura è stata inventata parecchia trama ed introdotti numerosi personaggi, il che non è certo un difetto ma lo diventa nel momento in cui personaggi come il tycoon O-Hare ed il coro di pesci sembrano mancare di immaginazione ed essere usciti dal cestino degli avanzi di “Cattivissimo Me” (vedi il coro di robot).
Oltre alla creatività e alla fantasia dell’autore americano, ne manca soprattutto l’anarchismo e l’eleganza nella narrazione, il suo stile fatto di serpentine, rime e neologismi sembra essere addirittura deriso nella scena in cui Audrey parlando degli alberi cita proprio un passo del libro e Ted sembra non capirne le parole.
Mentre strizza un occhio riluttante alla tematica ambientale il film sembra preoccuparsi maggiormente del marketing e di essere alla moda. Mai profondo come un opera di Miyazaki sembra quasi che il messaggio ambientalista del Dr Seuss sia rimasto sacrificato fino ad esser diluito per far spazio ad altro. La semplicità morale del libro si perde con i valori di produzione di Hollywood ed il film sembra non riuscire mai a prendersi troppo seriamente e concedere allo spettatore, piccolo o grande che sia, quei 20 secondi necessari perché questi possano sentire qualcosa che gli resti anche dopo l’uscita dalla sala. Emblematica la sequenza in cui, dopo l’abbattimento del primo albero ad opera di Once-Ler, il Lorax, deponendo una pietra accanto a ciò che resta del tronco per farne un cerchio ed omaggiarlo, viene seguito ed emulato nel suo gesto dagli orsetti che gli son vicini, compreso il più grasso e goffo.
Lorax, il Guardiano della foresta, è in fin dei conti intrattenimento puro.
Daniele Finocchi