L’Ultimo Lupo – Recensione
L’anima dei film di Jaques Annaud, dopo il più famoso, Sette anni in Tibet è da sempre incentrata sul rapporto natura-uomo e con L’ultimo lupo si rinnova. Sfidando la censura cinese, il regista ha raccontato una storia d’amore, di compromessi e di speranza, il tutto racchiuso in paesaggi da favola e sottolineato dalla presenza selvaggia degli animali e della loro lotta per la sopravvivenza.
Sullo sfondo di una Cina in piena rivoluzione culturale, il giovane studente Chen Zhen (Shaofeng Feng), è trasferito in Mongolia da Pechino per educare una comunità di pastori nomadi. In quella terra Chen si ritroverà ad apprendere qualcosa sugli uomini e sui lupi, che il governo comunista ha deciso di sterminare. Colpevoli di frenare l’avanzata del progresso di Mao, i lupi vengono abbattuti da cuccioli o dentro dei safari crudeli. Affascinato da questi animali, Chen decide di allevarne uno di nascosto, compromettendo a suo modo l’ordine naturale delle cose.
È proprio lo sguardo indagatorio di Chen Zhen, il pilastro del film, che riesce a raccontare il periodo della rivoluzione culturale comunista, sottolineandone tutta la sofferenza insita negli uomini e negli animali, che nella natura selvaggia ed impervia si ritrovano a convivere e condividere gli stessi dolori.
Il cucciolo di lupo che il protagonista decide di allevare, diventa così il simbolo divino e positivo, da proteggere e allo stesso tempo imponente nella sua dignità. La regia e le inquadrature di Annaud riescono proprio a dare l’idea di questa sua solennità e della sua vicinanza all’uomo.
Perché se infatti il lupo sembra quasi diventare metafora della stessa condizione dell’uomo oppresso e in pericolo sotto il regime comunista, Mao e il suo partito, così come coloro che all’epoca davano la caccia per allontanare e sterminare i dissidenti, rappresentano la vera essenza del lupo stesso: l’essere selvaggi e pronti a catturare la preda.
Il paesaggio rurale mongolo fa da perfetto sfondo alla vicenda, che concentra tutto sull’idea di un lupo, animale tutt’altro che aggressivo e pericoloso, che diventa un tutt’uno con l’uomo, dando vita ad un vero e proprio rapporto d’amicizia e fiducia, che riesce a commuovere.
Ecco che quindi, L’ultimo lupo finisce per essere una fiaba spettacolare, un film ricco d’avventura ed emozioni, ma non solo, riesce infatti a trasmettere l’idea del capovolgimento dei ruoli, a far interagire e mescolare ancora una volta natura ed uomo e a far vivere con intensità un periodo storico che conosciamo poco.
Alice Bianco