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Mai Stati Uniti – Recensione

Cinque personaggi a dir poco particolari, scoprono di essere fratelli e di dover ereditare tanti soldi, a condizione di spargere tutti insieme le ceneri di quello che hanno appena scoperto essere il padre, negli Stati Uniti.
La trama, praticamente inesistente, è costellata da uno scambio di battute poco entusiasmanti, talvolta addirittura imbarazzanti, tra le quali rimane inevitabilmente impressa la citazione di De Niro in “Taxi Driver” da parte di Giovanni Vernia, non adatto ancora ad altri ruoli che non siano fare il comico.
Quella di “Taxi Driver” è la citazione palese, ma ve ne è più di uno di riferimento ad altri film: “Intrigo internazionale” in cui Ricky Memphis va a sostituire scherzosamente Franco Sensi a uno dei visi dei più grandi presidenti americani; inoltre è impossibile rimandare il pensiero a una “Notte da leoni” e a “Parto col folle”.
Sicuramente più frizzante rispetto alle ultime produzioni Vanziniane, ma con pochi momenti davvero divertenti, dove di certo va il primo posto alla breve interpretazione di Maurizio Mattioli.
Non mancano neanche errori di continuità come le tre volte del cambio ricostruzione alle unghie di Anna Foglietta nonostante il viaggio nel deserto e le distrazioni come per il fuso orario tra America e Italia in cui ‘non’ si imbatte Ambra Angiolini  chiamando la sua psicanalista: stranamente è notte sia in America che in Italia!
Film di breve durata temporale, anche se a renderlo ‘lungo’ sono i dialoghi e le battute forzate di gag che sanno già di visto.

Eleonora Taddei

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