Matrimonio a Parigi – Recensione
Potremmo definirlo un cinepanettone un po’ in anticipo…stiamo ovviamente parlando di Matrimonio a Parigi, diretto da Claudio Risi e scritto da Gianluca Bomprezzi ed Edoardo Falcone. Lorenzo (Massimo Boldi) è un piccolo imprenditore col vizietto di non pagare le tasse. Cerca di vendere i suoi prodotti sulla sua TeleLecco Sat, aiutato dalla moglie Elvira (Paola Minaccioni), e di trovare sempre nuovi modi per evadere il fisco. Su un treno diretto a Parigi incontra un napoletano (Biagio Izzo) a cui racconta compiaciuto tutte le sue frodi, convinto di trovarsi di fronte al classico mariuolo partenopeo. In realtà Gennaro è un finanziere così integerrimo da controllare periodicamente anche il negozio della moglie Costanza (Anna Maria Barbera). Ed è proprio quando Lorenzo scopre la vera identità del suo interlocutore che comincia per lui una infinita serie di guai. È quindi evidente che la storia che prende progressivamente forma è un’operazione che, al di là dell’assenza dell’ambientazione natalizia, riprende bene o male tutti gli elementi del cinepanettone, dai paesaggi della località estera alle famiglie di comici in vacanza. Boldi e Izzo riprendono poi la tematica “guardie e ladri” nella sua accezione più leggera senza conferirgli, però, nessuna nuova angolazione, ma utilizzandola esclusivamente come sfondo su cui mettere in scena la solita quantità di “maschere” umane invariabilmente sempre uguali a se stesse. La sceneggiatura, firmata anche dall’ex Cipollino, pare totalmente assoggettata ai guizzi di comicità dei singoli componenti di un cast evidentemente troppo affollato, perdendo così qualsiasi impostazione di tipo autoriale. Ogni attore da sicuramente il proprio contributo, animando le strade di Parigi con il proprio repertorio, per dare nuovo slancio ad una comicità in evidente affanno espressivo, perdendosi tuttavia in situazioni e gag tanto note quanto ripetitive. Da segnalare le interpretazioni più convincenti, ovvero quella della brava caratterista Paola Minaccioni; un sorprendente Rocco Siffredi che, pur “vestendo” panni cui non è avvezzo, fornisce una buona prova attoriale; ed infine il solito Massimo Ceccherini, in perenne astinenza sessuale e con la solita sboccata, ma divertente, comicità.
Sara D’Agostino