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Milk – Recensione

Vincitore di ben due premi Oscar nel 2009, Milk è un film che si regge interamente sul personaggio principale.
Harvey Milk (Sean Penn) fa l’assicuratore, vive a New York, ha circa quarant’anni ed è gay. Quando incontra Scott (James Franco) ed inizia con lui una storia, affiora il desiderio di godersi una vita libera dai pregiudizi. Così la coppia si trasferisce a San Francisco dove i due aprono un negozio di fotografia. Il “Castro Camera” diventa, col passare del tempo, un vero e proprio punto di riferimento per la comunità gay: i dibattiti su questioni sociali sono frequenti e ad Harvey appare subito chiaro che non c’è città in cui di possa fuggire alla discriminazione sessuale. In più, ascoltando il parere di altri gruppi del quartiere, come gli anziani o i giovani, si rende conto che c’è tanto da fare, per molti, e decide di candidarsi a consigliere  comunale. Harvey combatterà duro per ottenere la carica e, nonostante gli insuccessi, campagna dopo campagna, continua a candidarsi e presentare le sue idee finchè, al quarto tentativo, viene eletto come consigliere per il quinto distretto, diventando il primo gay dichiarato ad assumere una  carica politica negli Stati Uniti.
Se da una parte ciò comporta un forte sconvolgimento nella quotidianità di Harvey poiché la maggior parte del suo tempo sarà assorbito dal suo nuovo incarico, dall’altra il suo punto d’arrivo darà speranza a milioni di emarginati di ogni tipo, omosessuali soprattutto. I principi di uguaglianza e parità che Milk propone potrebbero portare a grandi cambiamenti sociali e proprio per questo la sua politica verrà ostacolata in diversi modi.
Milk è il classico biopic che, pur non essendo perfetto, doveva essere girato e soprattutto deve esser visto. Quanti in Italia conoscevano il personaggio di Harvey Milk prima dell’uscita di questa pellicola? Non molti, di certo. Eppure Milk è stato un personaggio tanto coraggioso, rivoluzionario, fedele ai suoi leali fino all’ultimo quanto Martin Luther King, per fare un esempio, e, non solo meriterebbe di essere ricordato per la grande persona che è stato, ma soprattutto è necessario parlare dei temi per cui lui ha combattuto di modo che non vengano dimenticati o sottovalutati. Per questo Gus Van Sant ha deciso di usare uno dei mezzi di comunicazione più potenti, il cinema, per diffondere le idee di pari diritti, uguaglianza e libertà su cui Milk si batteva.
Sia la regia che la sceneggiatura del film, purtroppo, non sono abbastanza incisive: i realizzatori di Milk erano consapevoli del rischio di portare in scena la comunità gay in modo eccessivamente romanzato o ottimistico. Gus Van Sant e lo sceneggiatore Dustin Lance Black, dunque, per evitare che ciò accada, non mostrano quasi mai la vita privata di Harvey Milk e degli altri personaggi omosessuali: non c’è la travolgente passione di I segreti di Brokeback Mountain che ci ha fatto percepire in prima persona l’uguaglianza delle varie forme d’amore né un’ostentazione dell’omosessualità. I gay sono volutamente integrati all’interno di una più grande comunità di discriminati ed emarginati e Milk non sentenzia su ciò che è giusto e ciò che non lo è, ma sottolinea quei pensieri diffusi che per il 1970 erano da considerarsi illogici e assurdi e che ancor di più lo sono oggi.

La sobrietà scelta per lo stile di Milk è ammirabile, ma al contempo è un elemento che rischia di creare distacco con il personaggio. Spesso la sceneggiatura non crea le situazioni perché si crei quell’empatia assolutamente essenziale tra spettatore e protagonista.
Per fortuna ad ovviare a queste piccole mancanze interviene la magnifica interpretazione di Sean Penn: un attore che ha dato prova del suo talento in innumerevoli prove e che, tuttavia, continua a stupire ogni volta. Per interpretare Harvey Milk si trasforma, diventa lui: i gesti, le espressioni, il modo di parlare dell’attore spariscono per essere sostituiti da quelli del newyorkese omosessuale. Penn è un politico coinvolgente, un gay naturale e un idealista credibile. Quella di Harvey Milk è un’interpretazione perfetta, una delle migliori della carriera di Sean Penn, che si ritrova spesso a reggere tutto il peso del film sulle sue spalle; per questo moltissimi sono stati i riconoscimenti ricevuti dal mondo del cinema: una decina i premi per “migliore attore protagonista” dal BAFTA ai  Critics’ Choice Movie Awards per arrivare al Golden Globe e al Premio Oscar.

Da citare, però, è anche il giovane James Franco che si conferma, nel ruolo del compagno di Harvey, attore eclettico di talento.

Milk in sostanza è un importante documento di un personaggio fondamentale della storia contemporanea. Nonostante le piccole imperfezioni tecniche, la pellicola vi incanterà nella narrazione della vita di un uomo che cambia la vita di tante persone. Attraverso i suoi ideali e il coraggio di mostrarsi per ciò che è, senza curarsi delle conseguenze, Milk dà alla gente lo strumento più grande per affrontare la vita: la speranza.

Corinna Spirito

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