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Monsters University – Recensione (2)

Pixar è da sempre sinonimo di qualità, divertimento e riflessione sui temi importanti della vita. Con Monsters University, la combinazione di successo non cambia.

Dopo Monsters and Co. (2001) ritornano sullo schermo i mostri più amati da grandi e piccini: Mike Wazowski e James ‘Sulley’ Sullivan. Questo secondo capitolo, che è un prequel del precedente, ripercorre la vita di Mike fin dall’infanzia, da quando decise che da grande voleva fare lo Spaventatore di professione. Iscrittosi alla Monsters University e desideroso di frequentare il corso di Spaventologia, dovrà fare i conti con un mostro sbruffone, Sullivan, dotato di un talento naturale e discendente da una delle famiglie più importanti di Spaventatori.

Grazie al precedente episodio, il pubblico sa già come andrà a finire: Mike e Sulley diventeranno migliori amici, ma ciò che non conosce sono i retroscena e com’è iniziata questa stupenda amicizia. 

L’università, che ospita moltissime tipologie di mostri è il luogo in cui i due si sono incontrati, o meglio, scontrati, all’inizio. Mike mingherlino, basso, con l’apparecchio ai denti e studioso, Sulley mastodontico, spavaldo e più un tipo pratico, che usa la matita come fosse uno stuzzicadenti.

Un’unione impensabile, quella che a poco a poco si crea fra un nerd e un “fighetto”, perché sì, la Monsters University è costruita esattamente come fosse una tipica università americana, con le confraternite e la classica opposizione, diffusa anche nei licei: “sfigati” e popolari. Mike però si distingue dagli altri, il suo obiettivo non è diventare popolare, bensì fare lo Spaventatore.

Proprio l’insistenza nel voler raggiungere quella che vede come una “missione di vita”, è quello che stupisce e apprezza di più di lui Sulley: “Non fai paura. Nemmeno un po’; ma sei senza paura”, il monoculare Mike ha coraggio, è quello che lo contraddistingue, sottolinea il suo nuovo amico; audacia che pian piano trasmette anche agli studenti più derisi della sua confraternita, la OK (Ohimè Kappa).

Il film si rivolge proprio a tutti i sognatori, probabilmente più agli adolescenti e agli adulti, spingendoli a credere in se stessi e nelle proprie capacità, per raggiungere ciò a cui si aspira esattamente come insegna Mike ai confratelli. L’unione fa la forza ed è proprio questo, insieme ai suddetti insegnamenti, la base educativa che offre Monsters University.

Oltre alla morale, tanto divertimento. Nuovi personaggi, che grazie alla loro personalità e alle loro caratteristiche fisiche riescono a far ridere tutti; tantissimi anche i colori così come le trovate scenografiche e registiche che sono in grado di stupire e coinvolgere il pubblico.

Ricco di soprese, toccante, vero, nonostante la finzione e comicamente irresistibile, il nuovo prodotto Pixar, dell’esordiente Dan Scanlon, non delude, regalando un brillante prequel e facendo amare ancor di più quei mostri che di mostruoso hanno solamente un gran cuore e sensibilità.

Alice Bianco

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