Mr. Holmes – Recensione
Il personaggio creato dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle, Mr. Sherlock Holmes, dopo l’enorme successo televisivo della serie inglese a lui dedicata (protagonisti Benedict Cumberbatch e Martin Freeman), prende vita anche al cinema, grazie al regista Bill Condon (Il quinto potere e The Twilight Saga: Breaking Dawn) che ha voluto concentrarsi, come già in passato (Demoni e dei), sui limiti di un grande personaggio, indipendentemente dall’appartenenza alla finzione o alla realtà.
Ritiratosi da tempo in una casa di campagna e lasciatosi alle spalle la professione, Mr. Sherlock Holmes (Ian McKellen) è ormai anziano. C’è però ancora qualcosa che deve scoprire, un dettaglio nella sua memoria che non riesce a mettere a fuoco: come ha chiuso la sua carriera? Qual’è il suo ultimo caso rimasto insoluto? Tra le api della sua coltivazione, un non ben chiaro viaggio in Giappone e il rapporto con la donna che bada alla casa e il suo bambino, cercherà di capire ciò che è accaduto.
Pipa in bocca, tipico cappello di tweed e lente d’ingrandimento, non è questo però il ritratto che il regista dà del celebre detective letterario, bensì quella di un uomo attempato che lotta con la perdita di memoria e le difficoltà legate all’età. Non è affatto lo Sherlock dei racconti di Watson, ma un mito che diventa realtà.
Tratto dal romanzo Un impercettibile trucco della mente, di Mitch Cullin, il film è incentrato proprio sulla magistrale interpretazione di un british doc, Sir Ian McKellen, che trucco a parte, riesce pienamente nel ruolo di un ultra novantenne, uno come tanti altri, senza quel suo buffo cappello e al posto di una pipa, una sigaretta in bocca.
Tra salti nel passato, alternati al presente, Mr. Holmes viene mostrato al pubblico destrutturato, lontano dalla sua leggenda, ma legato ai ricordi. È infatti concentrato sulla sua memoria, sulla vecchiaia e sul senso di colpa, che gli impediscono di trovare la pace interiore.
La logica però, è lo strumento che ancora gli permette di rendersi conto degli sbagli commessi, così come i sentimenti, che lo fanno apparire più umano. Nonostante il suo personaggio sia popolare, lo Sherlock di Condon e McKellen si rivela infatti un vecchio tenero e burbero, quasi un nonno, che ha molto da offrire, oltre al suo lavoro.
Mr. Holmes – Il mistero del caso irrisolto finisce così per essere una storia nella leggenda. Un viaggio atipico nel mondo del più famoso detective di tutti i tempi, uno splendido ritratto intimista in grado anche di far emozionare e il pubblico alla fine, capirà che quell’aura che c’è attorno al mito non potrà mai scomparire: tutti prima o poi invecchiano, ma come per il vino, reso immortale dalla qualità e dalla leggenda, il detective più famoso di tutti i tempi è pur sempre un personaggio con la p maiuscola.
Alice Bianco