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Need for Speed – Recensione

Ce n’è voluto di tempo, ma alla fine anche il videogame della EA Entertainment, Need for Speed, che dal ’94 ha fatto divertire milioni di persone, arriva sullo schermo cinematografico, rivelandosi una buona pellicola. Protagoniste sono ovviamente le belle macchine da corsa, il rombo dei loro motori e gli inseguimenti, che suppliscono alla mancanza di una trama approfondita, ma funzionale, rendendo il film adrenalinico e godibile.

Tobey (Aaron Paul) ha un’officina, ma continui problemi economici. Per salvarsi dalla bancarotta, accetta allora di riparare una macchina per conto di Dino Brewster (Dominic Cooper), un pilota ricco ed egoista. Tobey si fa aiutare da alcuni amici e finita di riparare, prova l’auto accorgendosi di essere migliore di Dino. Quest’ultimo, per dimostrare il contrario, lo sfida ad una corsa a tre, assieme all’amico di Tobey, Pete (Harrison Gilbertson). Corsa mortale però, perché Dino, manderà fuori strada Pete e scapperà. Tobey accorso, verrà invece incolpato, costretto a scontare due anni di carcere. Una volta uscito l’unico obiettivo è quello di trovare Dino e sconfiggerlo durante un’importante corsa clandestina.

Non è la prima volta che un videogioco viene trasformato in un film, e al di là degli horror con una narrazione più approfondita come Resident Evil o Silent Hill, Need for Speed rimane fedele alla sua natura di gioco di simulazione di guida, con una narrazione semplice, senza tanti fronzoli, ma pur sempre essenziale alla riuscita del film.

Impossibile quindi, dire che nel film siano presenti temi importanti ed esistenziali, si tratta pur sempre di una pellicola costruita appositamente per intrattenere e caricare lo spettatore di quell’adrenalina utile a fargli godere in prima persona quelle corse mozzafiato.

Gli inseguimenti, il contatore che supera i 230 km all’ora, la tecnologia e un buon lavoro di squadra da parte di Tobey e dei suoi inseparabili amici e complici, nelle corse clandestine tra i vicoli della città, sono infatti, l’unica componente necessaria a rendere il film un buon prodotto per i più giovani, competitivo, divertente e carico di realismo, perché di effetti speciali, oltre ad alcuni ribaltamenti, sono presenti in modesta misura.

Sono le inquadrature soggettive, le riprese aeree, migliori delle classiche riprese a terra in film come quelli della saga Fast and Furious e l’uso del 3D, che riescono a rendere la pellicola un vero spettacolo per gli occhi, impreziosito dalla presenza di un buon cast ed in particolar modo dall’evidente alchimia tra i due protagonisti all’interno della Mustang Shelby GT500, Aaron Paul e Imogen Potts.

Film diretto a stupire per le sue potenzialità estetiche, Need for Speed, si rivela comunque una sorpresa, probabilmente il merito va tutti ai protagonisti, ai buoni dialoghi ed ovviamente ai motori dei potenti bolidi da corsa.

Alice Bianco

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