Noi 4 – Recensione
Dopo l’ottimo e soprendente ‘Scialla!’, Francesco Bruni torna sui nostri schermi con ‘Noi 4’ per parlarci ancora una volta di famiglie disfunzionali e di giovani alle prese con i loro problemi e con dei genitori che, troppe volte, non fanno il loro lavoro.
Inizio estate, Giacomo (Francesco Bracci), figlio minore di Ettore (Fabrizio Gifuni) e Lara (Kseniya Rappoport), devono dare gli orali di terza media. Una giornata che sarebbe perfetta per sostenere il piccolo assieme alla sorella 20enne Emma (Lucrezia Guidone), ma questo non accade. Sì perché i 4 a stare uniti faticano. Il 13 giugno, dunque, sarà la data che permetterà loro di (r)incontrarsi e scontrarsi.
La famiglia, quel legame indissolubile, quel posto che puoi sempre e comunque chiamare casa. Ma, soprattutto nella vita di tutti i giorni, questo non sembra accadere, anzi sembra che l’istituzione della famiglia sia qualcosa di passato, di effimero, una rarità.
Bruni parte proprio da questo principio costruendo una storia semplice, forse anche troppo, che allo stesso tempo sminuisce le realtà quotidiana, ma dall’altro riesce a fornirci un ritratto consapevole e genuino di 4 persone, forzate dai legami di sangue a stare assieme.
Il regista gioca moltissimo sull’empatia dello spettatore verso i suoi personaggi, dove ognuno rappresenta qualcosa che il pubblico può rivedere in se stesso. Sì perché nonostante tutti i loro difetti, hanno il coraggio e la consapevolezza che insieme sono ancora una forza irrefrenabile, capace di far fronte a qualsiasi uragano che si presenti nella loro vita.
Noi 4, fortunatamente, evita il più delle volte i luoghi comuni, riuscendo a parlare di quella realtà normale, quella che si può vedere andando per strada o mettendo la propria vita davanti allo specchio. E’ quella che, ancora una volta, interessa a Bruni, anche se non c’è un’analisi sociale approfondita come fece nelle sceneggiature di Virzì, pensiamo a ‘La prima cosa bella’ ad esempio. Qui, infatti, preferisce una struttura narrativa sulla falsa riga di ‘Scialla!’, più leggera, ma che riesca in ogni caso a dire la sua sulla famiglia, su quattro elementi disfunzionali, in netto contrasto tra di loro, che cercano in tutti i modi di trovare un modo per essere nuovamente quel pezzo di puzzle perfetto da incastrarsi con l’altro a formare un quadro completo.
Un film piacevole, che fa riflettere attraverso la leggerezza e il confronto con una realtà quotidiana che, troppe volte, non fa notizia, ma che esiste.
Sara Prian