Non buttiamoci giù – Recensione
Divertente dramedy ricca di spirito, gioia di vivere, sensibilità ed autoironia, Non buttiamoci giù, tratto dall’omonimo romanzo di Nick Hornby, si fa manifesto di vita, pregi e difetti compresi, affrontando il tema del suicidio con spensieratezza, riuscendo a non ridicolizzare il tema e facendo nello stesso tempo, riflettere e far divertire lo spettatore.
Londra. Martin (Pierce Brosnan), Maureen (Toni Colette), Jess (Imogen Poots) e J.J. (Aaron Paul) si ritrovano la notte di Capodanno in cima ad un palazzo. Non si conoscono, ma per ragioni diverse, sono lì per tentare il suicidio. La presenza degli altri però, toglie la voglia di farlo agli altri, spingendo i quattro sconosciuti a rinunciare e a stringere un patto: non suicidarsi fino al 14 febbraio. Uniti per non ricadere nel baratro della voglia di farla finita, cominciano a frequentarsi, ma nulla ormai è come prima.
Proprio il cambiamento, la volontà imposta di riuscire ad andare avanti, condito con una buona dose di riflessioni sull’amicizia e sull’importanza di avere una o più persone accanto per riuscire ad affrontare le situazioni difficili, sono gli argomenti che, prima Hornby e poi il regista francese Pascal Chaumeil, hanno voluto portare all’attenzione del pubblico.
Con toni caldi, nonostante i mesi invernali in cui hanno luogo le vicende, Non buttiamoci giù esplora l’incontro quasi fatale, più che casuale, di quattro persone totalmente diverse, accomunate da un unico desiderio, altrettanto prestabilito. Il background differente di ognuno di loro, è proprio l’elemento che alla fine li unisce, permettendo loro di confrontarsi, confidarsi e consigliarsi… perché del resto l’unione fa la forza.
Oltre alla buona qualità della sceneggiatura, che presenta qualche pecca solamente nel momento in cui non approfondisce alcune delle storie dei protagonisti (quella di Martin e Jess), il film si compone di un cast ben amalgamato.
Toni Colette spicca per la sua semplicità ed ingenuità, al contrario Pierce Brosnan si dimostra fiero di sé nonostante il “periodo d’umiliazione”, mentre chi spicca di più, ciclone di verve, svitata, ma tutt’altro che frivola, è Imogen Poots, che con Aaron Paul forma una coppia esplosiva, come i due avevano già dimostrato in Need for Speed.
La Poots da se’ inoltre, sembra rappresentare l’anima stessa della pellicola, che ne riflette la personalità allegra, genuina ed accattivante. Tutt’altro che scontata infatti, se non in un finale abbastanza prevedibile, la pellicola permette, attraverso la messa in scena delle singolari storie dei protagonisti, di riflettere e allo stesso tempo farsi quattro risate, su un tema purtroppo attuale, ma caricandolo di speranza e adattamento a parte, resta pur sempre un prezioso gioiellino dal messaggio positivo.
Alice Bianco