Non me lo dire – Recensione
Un altro comico pugliese tenta il grande salto. E così, dopo Checco Zalone, fenomeno pugliese dalla comicità dissacrante il cui passaggio sul grande schermo è stato baciato da una fortuna forse eccessiva, ecco arrivare sul grande schermo Uccio De Santis, comico di stampo più tradizionale, divenuto celebre grazie a “Mudù”, show televisivo trasmesso dall’emittente locale “Telenorba”.
Questa la storiella. Lello Morgese (Uccio De Santis), comico di successo, viene lasciato dalla moglie Silvia (Mia Benedetta), stufa di essere trascurata a causa dei suoi impegni lavorativi. Lello infatti tutte le notte rincasa tardissimo dopo i suoi spettacoli quando la moglie ormai dorme. La separazione fa piombare Lello nello sconforto totale, tanto che decide di lasciare la sua compagnia. Va in cura da uno psicanalista che gli suggerisce una cura particolare: ritrovare l’entusiasmo grazie al sostegno dei suoi fans. In compagnia dei suoi fedeli collaboratori, Volume (Nando Paone) e Salvavita (Umberto Sardella), Lello parte per un viaggio per la bella terra di Puglia. Lettere di complimenti alla mano, l’attore si mette alla ricerca dei suoi ammiratori ma, forse, anche di sé stesso. Si imbatterà in una serie di situazioni buffe e inaspettate. Ma soprattutto farà la conoscenza di Rossella (Aylin Prandi) una bella fan che cercherà di sedurlo. Grazie a lei, Lello capirà cosa è davvero importante per lui.
Una commedia semplice e innocua, forse fin troppo, in cui si gioca sui sentimenti più che sulla comicità affidandosi al fascino della terra di Puglia e di alcune note località (Margherita di Savoia, Trani, Castel del Monte) per raccontare l’avventura “on the road” di un comico alla ricerca di sé stesso.
Uccio De Santis ha cercato di fare tutto da solo affidando la regia a Vito Cea e la sceneggiatura a suo fratello Antonio. Il comico ha anche prodotto il film con la sua società “Idea – Comunicazione e Spettacolo” (con l’appoggio della Apulia Film Commission e il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali), la stessa che ha realizzato sia le trasmissioni televisive andate in onda su “Telenorba” sia la tournèe che ha portato in scena lo show di maggior successo di De Santis, il già citato “Mudù – barzellette sceneggiate” (andato in onda a partire dal 2001 e in seguito trasferito sui palcoscenici dei principali teatri pugliesi).
Ma non bastano battutine facili facili (come il tormentone “Non-me-lo-dire!”) o la pseudo-comicità di situazioni banali (come le ripetute multe prese dai carabinieri che si vendicano di tante barzellette indirizzate all’arma) a fare un film che abbia un minimo di consistenza. Il risultato è un volo leggero leggero che plana su un finale sentimentale che culmina con la presa di coscienza che l’amore vale molto più del successo.
Buoni sentimenti, personaggi-macchietta, battutine lievi (ma neanche una barzelletta come ha tenuto a precisare il comico che ha confessato di averne in repertorio più di tremila!), qualche bel paesaggio e un tocco di “pizzica” pugliese. Un po’ poco per un esordio cinematografico.
Elena Bartoni