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Ouragan, l’odyssée d’un vent – Recensione

Il passaggio dell’uragano Lucy su Senegal e Portorico, in un documentario stereoscopico firmato dai registi Barbancon e Byatt con parecchie ambizioni. Contenuto: le previsioni e le cautele, le reazioni delle popolazioni coinvolte e ovviamente lo scatenarsi degli elementi. Distruzione a cui segue la rinascita, da milioni di anni. Scopo primario del film non è la lineare registrazione di un evento bensì renderci partecipi dell’essenza di quanto accadrà, cosa comporta nell’esistenza degli esseri viventi e nel ciclo della natura. A far da filo conduttore è la “voce” dell’uragano, al femminile, con diversi allacci ai versi di Victor Hugo. Quel che ne risulta convince fino a un certo punto, e di rado emoziona. Un 3D di relativa necessità (non aggiunge né toglie granchè alla visione) è il difetto più trascurabile. Non aiuta il montaggio mal calibrato, talvolta letargico nel permettersi lentezze ed indugi non proprio indispensabili, ma a lasciare maggiori dubbi è la poetizzante voce fuori campo. Per quanto suggestiva, è male amalgamata con il contesto e finisce con lo smorzare inutilmente il ritmo espositivo del materiale. Si accende invece genuino interesse quando la regia si concentra sulle testimonianza delle genti locali e sul loro sentire individuale, o quando scruta gli animali in comportamenti e situazioni particolari (vedi il cagnolino, si spera poi soccorso dagli operatori!). Non hanno bisogno di commenti, e per fortuna non hanno sullo schermo, le sequenza in cui vediamo Lucy nel pieno della sua furia cinetica. A quel punto le immagini assumono una forza ipnotica irresistibile, e l’occhio viene fagocitato senza fare resistenza. Pur lodando le intenzioni e l’impegno produttivo, resta la sensazione che tali eventi possano soltanto essere toccati con mano se si vuol coglierne il senso. Un documentario dovrebbe, quando possibile, rimanere sui binari tradizionali del genere a cui appartiene ed aprirsi maggiormente allo spettatore medio per comunicare determinati concetti. Umiltà e concisione sono le virtù da praticare.

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