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Pacific Rim – Recensione

Quando Aristotele definì il concetto di catarsi, ovvero quel procedimento di purificazione delle emozioni, e di liberatorio distacco dalle passioni tramite la visione delle forti vicende riprodotte in scena, lo associò alla rappresentazione teatrale della tragedia greca.

Questo perché nel 300 a.C. il cinema non era stato ancora inventato. Se Aristotele vivesse ora probabilmente estenderebbe tale definizione anche al cinema, e soprattutto a opere come Pacific Rim.

Lungi dall’essere una tragedia il film è un fantascientifico calderone intermediale che racchiude l’essenza di due scuole di pensiero cinematografiche (quella occidentale, prettamente americana, e quella asiatica) oscillando fra fumetto, anime e videogiochi. 

In un futuro non così lontano la Terra è minacciata da una presenza aliena decisamente massiccia. Massiccia perché gli alieni in questione sono mostruose creature marine (i Kaiju) provenienti da una faglia del Pacifico (da qui il titolo Pacific Rim) che funge da portale interdimensionale fra il nostro mondo e quello alieno.

Per combattere questi dinosauri cresciuti a suon di steroidi (al cui confronto Godzilla sembra un animaletto domestico) vengono realizzate delle armi speciali: gli Jaegers, robot dalle sembianze umane comandati da due piloti tramite una connessione neurale. 

Tutte le potenze che si affacciano sull’Oceano Pacifico hanno i loro Jaegers, ognuno dal nome altamente evocativo. Basti pensare a Crimson Tuphoon, Coyote Tango, Cherno Alpha e Striker Eureka, lo Jager più potente in circolazione, mentre quello pilotato dal protagonista Raleigh Becket (Charlie Hunnam) è invece Gipsy Danger.  Nel tempo queste potenti macchine da guerra si sono evolute, ma lo stesso hanno fatto i loro nemici, portando la Terra a una situazione di criticità estrema.

Pacific Rim, con la sua trama coinvolgente e il suo ritmo incalzante, si candida ad essere il film dell’estate 2013 (ai danni di Man of Steel). L’unica nota dolente è la scelta dei dialoghi, propriamente in linea con il filone cinematografico del catastrophic/disaster movie, ma poco adatto un prodotto così curato e raffinato nei dettagli.  Le musiche invece sono curate da Ramin Djawadi, il compositore della colonna sonora di Game of Thrones, decisamente un nome, una garanzia. 

Diretto da Guillermo del Toro oltre ad essere un puro divertimento per gli occhi Pacific Rim rappresenta un connubio di culture che si mescolano alla perfezione. Il tutto è reso possibile dall’omaggio, e dalla fluida integrazione, di filoni fumettistici e anime come Neo Genesis Evangelion, Goldrake, Mazinga, con un pizzico di Power Rangers sparso qua e là nello scontro senza esclusioni di colpi fra futuristici Jaegers e mostruosi Kaiju, una versione più evoluta, e decisamente più pericolosa, di Godzilla.

 

Eva Carducci

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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