Paddington – Recensione
A Natale i cinema sono, tipicamente, invasi da un blockbuster, dai cinepanettoni e dal classico ed immancabile film Disney. Ma quest’anno i più piccoli, ma non solo, hanno avuto un’opzione in più: il piccolo orsacchiotto Paddington. Diretto da Paul King, la pellicola è assolutamente perfetta per il periodo delle festività, inserendo tutti gli ingredienti adatti per renderla irresistibile, magica e senza tempo.
Cresciuto accanto agli zii nella giungla del misterioso Perù, Paddington ha da sempre sognato di approdare a Londra. Quando un terremoto distrugge la loro casa, l’orsetto verrà imbarcato furtivamente, arrivando nella capitale dove però, nessuno è come gli avevano raccontato. Solo la famiglia Brown sembra accorgersi di lui, offrendogli un posto dove stare durante le ricerche dell’unica persona che conosca: l’esploratore che anni prima aveva invitato i suoi zii a Londra. Paddington però finirà ben presto nelle mire di una tassidermista.
Fuori dal tempo e super colorato come in un film di Wes Anderson, magico e avvolgente come la saga di Harry Potter: questo e molto altro ancora è Paddington che riesce, nel giro di pochi minuti, a conquistarsi il cuore di grandi piccini a suon di risate e dolcezza. Perché se i Pinguini di Madagascar infilavano una gag dopo l’altra senza avere nemmeno il tempo di concentrarci sulla trama (molto scarna), qui si riesce a fare entrambe le cose nel migliore dei modi. Paul King, infatti, pur regalandoci scenette comiche che fanno davvero ridere, riesce a non mettere mai in secondo piano l’intreccio, la struttura narrativa, che arriva dritta al cuore dello spettatore.
Paddington non è solo una storia d’amicizia è anche il racconto dell’accettazione del diverso, dell’accoglienza che caratterizza, principalmente, Londra. La capitale, infatti, ha al suo interno una moltitudine di etnie, persone, gruppi che si aiutano gli uni con gli altri, che, anche se all’inizio si guardano con sospetto, poi hanno la capacità di farti sentire a casa. La pellicola di King ha la stessa forza, nel farti sentire a casa all’interno di un film, di amare i personaggi originali, dove solo Nicole Kidman rimane ahimè troppo nello stereotipo, regalandoci un film per famiglie come non si vedeva da molto. Un plauso va anche a Francesco Mandelli che riesce a caratterizzare perfettamente la voce dell’orsetto vincendo, dopo un sacco di tempo, la sfida con le voci posh originali.
Sara Prian