Parental Guidance – Recensione
“Non si può essere dei perfetti genitori”. E allora cosa è meglio fare, seguire l’esempio genitoriale dei nonni con il loro istinto a viziare ed educazione vecchia maniera fatta di “no” e sculaccioni, oppure quello dei genitori moderni tutti hi-tech e healthy food, dove è meglio parlare invece che agire?
La risposta cerca di darcela Andy Fickman con “Parental Guidance”, una delle commedie più divertenti e brillanti di questo periodo.
Artie (Billy Crystal) nonno di tre nipotini, decide con la propria moglie Diane (Bette Midler) di occuparsi di loro mentre i genitori sono fuori per una vacanza lavoro. Quando i metodi per educare i bambini, si scontrano con la loro personalità e i metodi impartitogli dai genitori, il comedy drama avrà inizio.
Quasi fossimo tornati all’epoca d’oro delle fam-comedy che riempivano le nostre televisioni soprattutto nel period natalizio, questa pellicola è davvero sorprendente nel riuscire a raccontare, come fosse una vera e propria guida per genitori, il confronto tra due generazioni diverse e il loro modo di crescere i più piccini.
Ma è anche qualcosa di più. È un inno alla famiglia e all’importanza che i nonni hanno nella crescita dei nipoti.
Non manca, ovviamente, il rapporto di amore/odio tra padre figlia (un Billy Crystal in forma smagliante ed una sorprendente ironica Marisa Tomei), ma quello che è davvero importante è raccontare dei nonni, del loro modo di formare i nipoti e crescerli, magari anche con metodi poco ortodossi.
Attraverso gag continue, momenti esilaranti, Parental Guidance non perde mai il ritmo facendo divertire lo spettatore che non faticherà a rivedersi in moltissime situazioni surreali, ma che hanno molto più attinenza con la realtà di quanto si possa pensare.
Harper, Tucker e Barker, interpretati magistralmente da Joshua Rush, Kyle Harrison Breitkopf e la bravissima Bailee Madison che aveva già dato sfoggio del suo talento in “Brothers”, sono tre ragazzini con le difficoltà della loro età, ma che i genitori non hanno mai preso in maniera diretta, lasciando ai piccoli il compito di cavarsela da soli.
L’arrivo dei nonni li trasformerà, come Pinocchio, da bimbi di legno a bambini veri, con il loro modo di sbagliare, con il loro modo di crescere a volte ribellandosi a volte combinando guai.
Ed in questa pellicola non sono gli unici a maturare, ma tutti coralmente subiscono un evoluzione che li porta verso la stessa direzione: l’unione della famiglia.
Al più piccolo, Barker, serve non avere i genitori appiccicati per decidere di “uccidere” il proprio amico immaginario, ad Harper serve parlare con la nonna, come mai aveva fatto con la madre, per capire che la musica non deve già essere un lavoro e a Turner servono i consigli del nonno per superare le balbuzie.
L’unione fa la forza ed emoziona con le ultime scene che commuovono con semplicità come qualsiasi commedia ben fatta dovrebbe fare.
Alla domanda posta all’inizio su quale sia il modo migliore per crescere i propri figli, capiamo che la risposta sta esattamente nel mezzo; lì dove l’ educazione di mamma e papà si fonde con i consigli, il divertimento e l’amore che solo i nonni sono in grado d’impartire.
Perché, in fondo, essere nonni, significa avere una seconda possibilità come genitori.
Sara Prian