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Pompei – Recensione

Siamo nell’omonima città campana, nel fatidico 79 D.C. Milo, giovane schiavo celtico ridotto in schiavitù e divenuto gladiatore, lotta per la propria sopravvivenza e per sottrarre una ricca fanciulla pompeiana da lui amata dalle brame del malvagio senatore romano Corvo. L’eruzione del Vesuvio scatena, improvvisamente, l’inferno e… Ben insediato tra i re indiscussi del cinema 3D ad alto costo, e possibilmente ad alto tasso d’azione, Paul W.S. Anderson è un campione di aurea e redditizia mediocritas. Non sarà mai un genio della settima arte, non eccelle in nulla, eppure quando è in vena riesce ad imbastire spettacoloni da pop corn dotati di una certa dignità. In questo kolossal storico, forse il suo lavoro più ambizioso e probabilmente il meno riuscito, fatica maggiormente rispetto alle prove precedenti nel trovare la quadratura del cerchio. La prima causa del poco esaltante risultato sta appunto nell’approccio movimentato ad oltranza ed incline al becero, che stavolta mal si concilia con il romanticismo spinto e le velleità critiche della sceneggiatura. Di conseguenza gli abituali espedienti visivi in stile Anderson, dalle coreografie funamboliche degli scontri corpo a corpo alle accelerazioni, si ritrovano a veicolare un ammasso di luoghi comuni senza i presupposti per renderli digeribili. Abbiamo l’eroe buono dallo sguardo languido, la giovane innamorata e ribelle alle convenzioni sociali, il cattivo altolocato ed infame, nonché l’immancabile connessione tra gli antichi romani e le sopraffazioni di stampo nazista. E’ l’essere continuamente definiti gli equivalenti moderni dell’Impero Romano a condurre gli Americani verso tali esorcismi su celluloide? Per non parlare di inverosimiglianze, forzature (vedi le derive da stadio calcistico nell’arena), e prestiti (da Il Gladiatore di Ridley Scott o Spartacus di Kubrick) in odore di semi-plagio. Il divertimento non è assente, per fortuna, grazie ad un apparato tecnico di qualità sottolineato dalla buona tenuta dell’effetto tridimensionale. Godibili dunque le sequenze situate durante lo scatenarsi degli elementi, per quanto fondate su un esibizionismo catastrofico un po’ stucchevole e risaputo, e gli ultimi combattimenti non mancano di energia. Rimane purtroppo da elencare uno dei peggiori punti deboli della pellicola: la resa insipiente del cast. Se in passato Anderson aveva supplito alle ridotte capacità interpretative della fascinosa consorte Milla Jovovic, valorizzandone la personalità e le doti fisiche, in Pompei si lotta bene e si recita assai peggio. La protagonista Emily Browning, peraltro affiancata da una Jessica Lucas che la oscura sul piano estetico, è inamidata all’inverosimile, mentre Kit “Jon Snow” Harrington si trascina in uno stato di monoespressività catatonica. Non molto più in forma il resto della truppa, neanche Kiefer Sutherland nei panni di Corvo. Riservato ai patiti dei fantapolpettoni su celluloide, in attesa di eventuali parodie da parte dei fratelli Wyans o Zucker.

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