Predestination – Recensione
Se il pubblico nel 2010 si era lamentato della complessità di Inception, la cosa si ripeterà anche per Predestination. I fratelli Michael e Peter Spierig infatti, traendo ispirazione dal racconto “Tutti voi zombie” del 1959 di Robert A. Heinlein, hanno dato vita ad un film che rincorre il tempo, lo sfrutta e lo scompone, creando un thriller composito, che sfrutta appieno la sua natura sci-fi e i suoi due bravissimi protagonisti.
Ethan Hawke è un agente della polizia temporale, come ultima missione dovrà catturare l’unico criminale sfuggitogli nel corso degli anni ed accusato di terrorismo. Egli dovrà affrontare una serie intricata di viaggi spazio temporali, progettati per garantire l’applicazione della legge per l’eternità, incontrerà, recluterà e parlerà con diverse persone che lo possono aiutare, perché l’obiettivo è quello di salvare migliaia di vite, messe in pericolo dai piani di questo temibile assassino.
Un lungo flashback, raccontato da un misterioso avventore allo stesso Hawke, che si finge barista, introduce lo spettatore in quello che sarà un viaggio nel tempo, nello spazio e nel concetto stesso di umanità e vita. Il tutto nascosto dietro ad un’identità ancora sconosciuta, quella del terrorista.
Con l’inganno, il trasformismo e le eccezionali scene d’azione, il film si distingue dagli altri del genere, Predestination è infatti un sci-fi caratterizzato da colpi di scena e sebbene alcuni siano facili da prevedere, grazie ai salti temporali e alla complessità della narrazione, il divertimento è assicurato.
Per non parlare poi dei due protagonisti. Ad affiancare il già famoso e bravo Ethan Hawke, nell’ambiguo ruolo del suo personaggio, Sarah Snook, l’eccezionale interprete femminile, che dà prova di grande maestria trasformista.
Nel film però, non ci sono solo azione e trappole spazio temporali, la pellicola racchiude in sé anche la filosofia, spiegando che per dare un senso alla propria esistenza è fondamentale avere uno scopo da perseguire.
Questo il concetto principale, di un film pensato come un gioco a nascondino fra registi, protagonisti e pubblico. Con il suo detto non detto (ed è bene non svelare troppo), la sua eleganza visiva e le scene d’azione alternate a quelle più statiche, dove la macchina da presa è come se fosse in grado di spostarsi liberamente nello spazio e nel tempo, Predestination finisce per essere una pellicola ingegnosa, non adatta a qualsiasi tipologia di pubblico, ma gli appassionati del genere sapranno sicuramente apprezzarla.
Alice Bianco