Qualche nuvola – Recensione
L’ opera prima di Saverio Di Biagio in anteprima alla Mostra Internazionale del film di Venezia.
Il giovane regista ci propone una storia reale, fatta di amici, amore e le difficoltà dell’affrontare il tempo che passa e la relativa maturazione che ne consegue. La storia ruota intorno a Diego (Michele Alhaique), un ragazzo che lavora in un cantiere, volenteroso e affabile, che sta per sposare Cinzia (Greta Scarano), per la quale lui è tutto il suo mondo, a fare da sfondo gli amici di una vita, Barbara (Veronica Corsi), Ivan (Primo Reggiani) e le rispettive ingombranti famiglie.
La stabilità della coppia inizia a vacillare quando Diego accetta, per arrotondare in vista del matrimonio, un lavoro extra in centro presso casa di una cugina dell’Ingegnere (Pietro Sermonti), e li viene letteralmente folgorato da Viola (Aylin Prandi), artista e spirito libero. La cosa va avanti per un pò, fra i preparativi delle nozze, litigate notturne, partite di calcetto, prove di abiti da sposa e la cruciale scelta del “letto per la vita”. Fino al fatidico punto di rottura, a qual punto cosa accadrà? I due resteranno insieme? Diego sceglierà Viola? Le famiglie riusciranno a mettersi da parte? Gli interrogativi sono molti, ed è proprio la trama stessa della pellicola che ne vuole sollevare alcuni, facendoci riflettere sull’importanza del matrimonio ai giorni d’oggi, si crede nel giuramento oppure alla fine l’importante è non deludere le aspettative e fare un bel banchetto?
Il regista, astutamente, si circonda per raccontarci questa simpatica commedia, di un ottimo, italianissimo, cast. Ragazzi, questi, giovani e talentuosi che riescono a divertire e impersonificare bene la realtà della borgata romana, con i suoi stereotipi e abitudini dure a morire. Divertentissimo cameo di Elio Germano nei panni di un astuto venditore di mobili; prodotto da Valerio Mastandrea, il film ha delle leggere pecche registiche e dei sottili vuoti all’interno della narrazione, ma è un’opera prima molto ben strutturata e và senza ombra di dubbio incentivata, perché riesce a far sorridere anche delle prove più difficili che la vita ci chiede di affrontare. Considerando le sorti del cinema italiano, i giovani attori, registi, sceneggiatori, addetti ai lavori, devono godere della ammirazione e stima del pubblico, che deve premiarli con una grande affluenza in sala.
Sonia Serafini