Quando c’era Berlinguer – Recensione
A trent’anni dalla sua comparsa, la vita di un importante personaggio del panorama politico italiano raccontata tramite immagini di repertorio, interviste e testimonianze, ricostruita nel documentario Quando c’era Berlinguer diretto da Walter Veltroni e prodotto da Sky.
Tra le prime scene, la panoramica suggestiva su Piazza San Giovanni nel 1984 in occasione dei funerali di Berlinguer mostra il grande seguito di persone che il Segretario del Partito Comunista italiano aveva saputo attirare a sé, conquistando la stima anche dei suoi rivali politici.
Nato a Sassari nel 1922, nel 1958 Enrico Berlinguer entra a far parte della Segreteria nazionale del Partito Comunista italiano; nel 1983 diventa Segretario generale del Pci. Gira l’Italia e parla agli italiani convinto dei suoi ideali, facendo trasparire competenza, integrità ed onestà, procurando al Pci una partecipazione popolare tale da far votare il suo partito da un cittadino su tre.
Sullo sfondo della sua vita scorrono fatti storici come l’uccisione dell’onorevole Aldo Moro da parte delle Brigate rosse (1978) e l’ultimo comizio di Padova dove Berlinguer accusò il malore dal quale non si riprese più.
A parlare di questo personaggio timido, riservato e coraggioso, intervengono le persone che lo hanno conosciuto e che lo hanno avuto vicino: la figlia Bianca Berlinguer, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Michael Gorbaciov, Eugenio Scalfari, Sergio Segre, Aldo Tortorella, Lorenzo Cherubini (Jovanotti), che all’epoca aveva appena diciotto anni.
Ideata e diretta da Walter Veltroni, dalla biografia di Berlinguer traspare l’impronta e l’influenza del suo regista, di come Veltroni, da giovane, ha vissuto e recepito gli anni in cui Berlinguer è stato coraggioso protagonista della politica nazionale ed internazionale.
Nonostante il sentimentalismo in cui il documentario scade a tratti, attraverso le lacrime e il coinvolgimento emotivo dei personaggi intervistati (per esempio, il capo scorta Alberto Menichelli e l’operaio Silvio Finesso, i quali ricordano con grande commozione gli ultimi attimi in cui hanno assistito il loro leader prima della sua morte), il documentario arriva allo spettatore nel suo intento di ricostruire e far conoscere la storia e la politica italiana tra gli anni ’50 e ’80 tramite le interviste RAI e i vecchi filmati di comizi.
Se pensiamo alla domanda iniziale “Chi era Berlinguer?” rivolta a italiani di tutte le età (da giovani universitari freschi di studi a uomini in carriera), dalla quale scaturiscono risposte errate e vaghe, l’ignoranza dilagante di un popolo di nuova generazione che probabilmente ha bisogno di studiare ancora un po’, documentarsi, leggere e vedere per capire meglio la politica e la storia passata e attuale del nostro Paese, allora, al di là di ogni schieramento politico, questo documentario è un progetto che serve, utile per ciò che rappresenta e per ciò che racconta.
Nelle sale cinematografiche dal 27 marzo, riconosciuto film di interesse culturale dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il film sarà trasmesso a giugno anche sui canali Sky Cinema HD e History Channel HD.
Elisa Cuozzo