Quartet – Recensione
Cecily, Reggie e Wilfred sono tre anziani cantanti d’opera che vivono a Beecham House, una casa di riposo per artisti, e vogliono organizzare il consueto concerto annuale, di raccolta fondi per la loro residenza, che si svolge in occasione del compleanno di Verdi. L’equilibrio sarà sconvolto dall’arrivo di Jean, ex moglie di Reggie, che si crede ancora una diva e si rifiuta di cantare. Ecco la storia con cui si confronta Dustin Hoffman per la sua prima volta da regista nella sua opera prima dal titolo “Quartet”.
Da anni sulla scena mondiale in qualità di attore, Dustin Hoffman convince anche nella sua prima alla regia, regalando agli spettatori una pellicola che è un’ode alla gioia di vivere, sfruttando fino in fondo ogni istante che ci è concesso su questa terra. A rendere davvero divertente la commedia ci pensando soprattutto i quattro protagonisti, pennellati alla perfezione in sceneggiatura, a cui è impossibile non affezionarsi, ognuno con un carattere e soprattutto con difetti contraddistinti che portano le situazioni ad essere ricche di humor, facendo riflettere senza scadere mai nella becera retorica.
Alla fine, Hoffman mette insieme un parterre de roi, dirigendo Maggie Smith, Albert Finney, Tom Courtenay, Billy Connolly e Pauline Collins, per un film che, pur non lasciando il segno, vale la pena di andare a vedere, giusto per distarsi e pensato più che altro per un pubblico specifico: amante della buona musica e in avanti con gli anni.
“Quartet”, che ha aperto lo scorso novembre la 30esima edizione del Torino Film Festival, arriva nelle sale italiane il 24 gennaio prossimo.
Davide Monastra