Qui e là – Recensione
Neorealista, silenzioso e sofferente, Qui e là del regista spagnolo Antonio Méndez Esparza, vincitore del Gran Prix de la Semaine de la Critique al Festival di Cannes 2012, è nient’altro che il ritratto reale di una società come quella messicana, troppo spesso rimasta nell’ombra, che grazie a questa pellicola trova finalmente voce per potersi raccontare.
Pedro (Pedro de Los Santos) ritorna a Copa, paesino dello stato messicano di Guerrero, dopo un periodo trascorso a lavorare negli Stati Uniti. Ad accoglierlo la sua famiglia, composta dalla moglie Teresa (Teresa Ramirez Aguirre) e dalle figlie Lorena (Lorena Guadalupe Pantaleon Vasquez) e Heidi (Heidi Laura Solano Espinoza) entrambe di nove anni. Deciso a rimanere accanto a loro, Pedro tornato con una tastiera musicale professionale, ha l’intenzione di formare una band musicale. Debiti e la volontà di mandare a scuola le figlie, lo costringono però a lavorare anche di giorno nei campi di granturco.
Storia di vita vera, quasi una sorta di documentario neorealista, Qui e là, vede la famiglia di Pedro, messicano che realmente è emigrato a New York per poter guadagnare di più e mantenere moglie e figlie, come un nucleo smembrato dopo la partenza dell’uomo, che con il suo ritorno, arrancando, cerca di riunire i pezzi e tornare alla normalità.
L’iniziale felicità di moglie e figlie (Lorena in misura minore), con il trascorrere dei mesi, si trasforma in routine quotidiana e Pedro, arrivato con la sua nuova tastiera ed inizialmente visto come una piccola star, ben presto costretto dalle difficoltà economiche, inizia a lavorare nei campi o come muratore.
Arrancare, sopravvivere, affrontare le difficoltà, è quello che ogni giorno fa questa famiglia, ma il microcosmo rappresentato da essa, non è nient’altro che un esempio e simbolo di tutti coloro che quotidianamente vivono nei paesini messicani, lontani dalle località turistiche e dai ricchi.
Il sogno americano inseguito da Pedro, così come da altri, è l’unico barlume di speranza nella misera vita di questa gente. I giovani come l’adolescente che lavora assieme al protagonista, vogliono andarsene per poter guadagnare e finalmente vivere, illusione che lo stesso Pedro distrugge, insistendo sul fatto che bisogna sempre lavorare “sodo e duramente”.
La trama del film ruota quindi attorno al tema sociale dell’abbandono della patria per cercare fortuna ed amaramente disillude lo spettatore, che sentendosi coinvolto solamente da un punto di vista indagatorio ed antropologico, finisce per apprezzare il racconto di vita vera, che difficilmente si vede tutti i giorni sullo schermo, ma non ne ricava niente o quasi da quello emozionale, eccezione fatta per alcune scene (es. Pedro e la moglie in ospedale).
Nonostante il soffermarsi sui volti dei protagonisti e sulle scene familiari, Qui e là manca spesso di drammaticità, naturalezza in alcuni punti, per ciò che riguarda la recitazione degli attori non professionisti e nel complesso si rivela un buon prodotto documentaristico, ma senza farsi lo scrupolo di dover per forza entrare nell’animo dello spettatore.
Alice Bianco