Rare Beasts – Recensione – Venezia 76
Di commedie romantiche negli anni ne abbiamo viste tantissime. Molte fanno parte della nostra cultura pop e riguardiamo sempre con piacere come Love Actually (immancabile a Natale) o Notting Hill. Queste commedie hanno idealizzato l’amore e il ruolo della donna nel rapporto a due. Ci hanno fatto immaginare principi azzurri e principesse, il lieto fine sempre e comunque, distanziandoci da una realtà che poi, crescendo, sarebbe stata ben diversa.
L’arrivo di Rare Beasts, diretto ed interpretato da Billie Piper, è quindi una ventata di aria fresca che ribalta i cliché della commedia romantica con ironia raccontando la storia di Mandy madre, sceneggiatrice e nichilista. Mandy è una donna moderna in crisi. Un giorno si imbatte in Pete, un uomo pieno di problemi in cerca della propria autostima, del proprio senso di appartenenza e di un’identità maschile da ricostruire. Da qui partirà una storia d’amore che ha tutte le carte in regola per sconvolgere l’esistenza della donna.
Billie Piper, qui nel suo esordio alla regia, riesce a prendere in giro se stessa i suoi difetti e a trasformare la sua Mandy e quindi la donna in generale della commedia romantica, nella donna di tutti i giorni, quella reale, quella che puoi incontrare uscendo per strada. Ecco che allora il ruolo femminile rompe i canoni del genere e si fa portavoce di una generazione di 30enni in cerca del proprio posto nel mondo.
Come detto per The Perfect Candidate, anche Piper, qui però tra risate e ironia, attraverso una scena finale splendida che raccoglie in strada tutte le donne e quindi, in qualche modo, tutto il pubblico, ci dice che la donna può essere tutto e che non deve per forza scegliere una sola cosa. La donna ritratta dalla regista non è una donna priva di difetti, anzi, le sue nevrosi, le sue paure vengono sottolineate e rese universali, creando uno specchio tra chi interpreta e chi vede che può finalmente ridere e venire a patti con i propri difetti.
Rare Beasts, bestie rare. Come è bestia rara una commedia così, soprattutto in un ambito festivaliero, dove questo genere difficilmente riesce a trovare posto. Ma quando una commedia è così ironica, con personaggi autodistruttivi, litigiosi ma allo stesso tempo adorabili a cui ci si affeziona veramente, dove ogni elemento della più classica rom-com viene reinventato e preso di mira, allora siamo davanti ad un gioiello prezioso e da non perdere.
Sara Prian