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Recensione di: Cattivissimo me

Vedendo Cattivissimo me mi viene da pensare che i cartoni animati al cinema ormai non esistono più, o meglio, si sono evoluti e non poco. Non si possono fare più paragoni con i classici Disney con i quali molti di noi sono cresciuti, è impossibile, sotto vari aspetti: i disegni, ormai tutti in digitale (erano meglio prima!) i contenuti, ormai quasi più da adulti che da bambini, poi ovviamente, sempre di film d’animazione stiamo parlando, dunque il target di riferimento è di età infantile ma con notevoli differenze sia nelle battute che nelle scene. Fatta questa premessa, Cattivissimo me, è un cartone molto simpatico e che racconta una storia dolcissima. La storia di un uomo brutto ed emarginato, cattivissimo, ma a causa di bizarri traumi infantili causati dalla madre, un uomo ,Gru, che vuole compiere l’ennesimo colpo criminale: rubare la luna. Ad aiutarlo in questa impresa vi saranno i suoi fedeli amichetti, i divertentissimi minion, piccoli omini gialli che sembrano di una quantità infinita e che lavorano al servizio di Gru prestandosi per ogni occorrenza. Per una serie di coincidenze entrerà in contatto con tre tenere orfanelle Margo, Edith e Agnes (la più piccolina ci stupirà con battute simpaticissime!) inizialmente esse serviranno solamente d’aiuto per realizzare il malefico colpo, ma poi, come in ogni cartone che si rispetti, Gru si affezionerà tanto a queste tre bimbe e nella conclusione del film scopriremo che in realtà egli non è più cattivissimo, anzi è buonissimo e tale bontà è frutto dell’influenza positiva delle tre bambine.

Vanessa Amodio

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