Recensione di Charlie Says – Venezia 75
Eros e Thanatos. Amore e morte, due fili sottili che si intrecciano, separati dal libero arbitrio del singolo, in Charlie Says di Mary Harron che riesce a raccontare in maniera originale ed attenta il “mito” di Charles Manson, interpretato magistralmente da Matt Smith, e delle “sue” ragazze.
L’occhio attento della Harron si concentra sulle ragazze e la loro ricostruzione dei fatti e dei delitti commessi in maniera super partes, a metà strada tra la ricostruzione storica e quella personale, trasformando la sua in una narrazione in terza persona, nella quale però non si fatica ad immergersi.
Già dal titolo, infatti, capiamo come la Harron abbia deciso di trattare Manson attraverso uno sguardo che ripete, quasi ossessivamente, quello che Charlie voleva dai suoi seguaci e di come loro non riuscissero più a pensare con la propria testa. Emblematico in questo caso una frase messa in bocca dalla psicologa che dice alle tre ragazze incarcerate “ma il vostro pensiero qual è?”, lasciando le tre senza parole, come se il loro Io si fosse annientato in favore dell’ego di Manson.
La comunità che l’uomo crea attorno a sé sembra libera, ma è nello sguardo di Matt Smith, in quegli occhi e nel suo modo nervoso di muoversi che la macchina da presa della Harron registra il bisogno di controllo assoluto dell’uomo. Al suo, fa da controparte lo sguardo di Leslie, l’unica di tutte le ragazze a mantenere una certa autonomia di pensiero: ribattezzata dalla comunità come Lulu, nei suoi occhi i pensieri di Leslie sono sempre vivi e pentiti.
A Mary Harron non interessa mostrare i fatti risaputi, come l’assassinio di Sharon Tate ai tempi moglie di Roman Polanski,lei vuole raccontare i protagonisti, la comunità, il sogno di creare una società libera e lo scontrarsi con la realtà dittatoriale di Manson. Più volte, infatti, nel film ricorre la parola “noi siamo esseri umani” ed è proprio qui la forza di un film come questo, il tentativo, riuscito, di raccontare delle vite, di raccontare la labilità della mente umana.
Charlie Says è, insomma, un film ben costruito, mai pretenzioso, che sa il suo scopo e lo fa arrivare grazie ad una regia salda e ad un cast in ottima forma.
Sara Prian