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Recensione di: Che bella giornata

Quando un ‘comico-da-gag’ si presenta sul grande schermo per la prima volta, è legittima la paura di trovare un aggregato di sketch già visti, incollati su una trama banale e inconsistente.
Dopo Cado dalle nubi, invece, Luca Medici, in arte Checco Zalone, conferma di portare nel cinema italiano una novità all’insegna dell’irriverenza e della leggerezza.
Niente di eccezionale, s’intende, ma comunque un’ora e mezza di piacevole spensieratezza, completata da qualche risata di gusto, di quelle difficili da trattenere. Come ci aveva abituato il trio Valsecchi-Nunziante-Zalone, non mancano gli spunti di riflessione sulla società occidentale e le sue contraddizioni.
Che bella giornata entra a spinta nel conflitto di civiltà tra Occidente e Islam, senza ricalcare i copioni triti e ritriti che dall’11 settembre 2001 affollano i piccoli e grandi schermi, bensì smascherando complessi e luoghi comuni dell’uomo medio italiano.
Il tutto senza moralismi o giudizi morali, il ché non guasta.
Così, ci viene svelato il Zalone-pensiero sulle missioni italiane in Medio Oriente, sulla Chiesa, sul clientelismo e le raccomandazioni all’italiana e sul multiculturalismo. Un pensiero che potremmo senza difficoltà ritrovare nella maggior parte delle nostre conversazioni quotidiane, ma qui riproposto con l’ironia di un artista che non si prende mai troppo sul serio e mai risulta stucchevole o altezzoso.
Sullo sfondo, c’è una semplice storia d’amore tra la bravissima esordiente Nabiha Akkari e Checco Zalone, due ragazzi con un background diametralmente opposto che intrecciano le loro storie in un crescendo di incomprensioni.
Il resto del cast è composto da nomi noti, da Tullio Solenghi a Ivano Marescotti, passando per un Rocco Papaleo che non tradisce mai. Buona sorpresa anche Luigi Luciano, salito alla ribalta come fenomeno del web.
A fare da colonna sonora, due creazioni (forse un po’ poche, a pensarci bene) di Checco Zalone che strappano il sorriso sfottendo Facebook e i matrimoni misti. Ciliegina sulla torta: un cameo improvvisato di Caparezza.
Tutto sommato, Che bella giornata sembra sopra la media delle produzioni natalizie Made in Italy, la qual cosa potrebbe non bastare a rendere appetibile un film che tuttavia merita il costo del biglietto, soprattutto per chi gradisce lo stile di Checco Zalone.

Carlo Garofalo

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