Recensione di: Come l’acqua per gli elefanti
Smessi i panni del vampiro Edward Cullen, ritroviamo l’idolo delle teenager Robert Pattinson in questa pellicola di ispirazione circense. Jacob, uno studente di veterinaria di modeste origini, incontra e s’innamora di Marlena (Reese Witherspoon), una stella del circo d’altri tempi. Insieme scoprono la bellezza del mondo circense, condividendo l’affetto per un elefante piuttosto speciale. E malgrado tutti gli ostacoli – non ultimo l’odio del marito di Marlena (Cristoph Waltz), un individuo tanto carismatico quanto pericoloso – Jacob salva la donna da una vita infelice, finendo per condividere con lei un amore che durerà tutta la vita. Prendendo avvio dal romanzo di Sara Gruen, Acqua per gli elefanti, che, ambientato ai tempi della grande depressione, narra le vicende di un gruppo di artisti in viaggio alla ricerca di fama ed affermazione, il film di Francis Lawrence procede con un ritmo spesso assai lento ed indugia in toni troppo melensi. Nonostante il ruolo di Jacob calzi a pennello a Pattinson, il giovane attore fornisce un’interpretazione affatto convincente. Come del resto i suoi colleghi che, pur potendo contare su curricula di tutto rispetto, appaiono appannati ed inconsistenti. La storia è prevalentemente incentrata sulla tensione erotica fra i protagonisti, mentre l’affascinante e magico ambiente del circo rimane relegato sullo sfondo. Lo spettacolo colorato di ballerine vestite di lustrini e pailletttes, saltimbanchi, domatori ed animali esotici si fa da parte per far sì che ad emergere siano i protagonisti e le loro intricate e sofferte vicende amorose. Pattinson e Waltz sono i due antagonisti, acerrimi avversari nel contendersi l’amore della bella Marlena, classica eroina da salvare. I due hanno caratteri e stili di vita contrapposti: il giovane Jacob, che reca nel cuore un grande dolore, è ancora pieno di ideali e valori morali, mentre l’insensibile August, armato di frusta e pungolo, non rispetta né uomini né tanto meno gli animali. Inizialmente i due sembrano incontrarsi ma irrimediabilmente e, oserei dire, assai prevedibilmente, ben presto giungono ad una rotta di collisione. Quello che dunque pare chiaro sin dall’inizio e si afferma man mano che il film si dipana, è che Come l’acqua per gli elefanti si configura come un drammone a sfondo sentimentale dallo svolgimento molto convenzionale che ben si inserisce nell’ottica del film di genere.
Sara D’Agostino