Recensione di: Fright Night
Ormai da tempo campeggiano sul grande schermo, ispirano serie tv e saghe letterarie, affascinando milioni di spettatori e/o lettori di ogni età: stiamo parlando dei vampiri. Sono stati fatti svariati ritratti dei celebri succhiasangue, partendo da quelli più classici (vedi Dracula di Bram Stoker) che facevano leva sul fascino ambiguo di queste creature, sino ad arrivare a quelli più moderni (uno su tutti la saga di Twilight) che li vogliono eroi romantici belli e dannati che quasi rifiutano la propria mostruosa natura. È quindi con il recente Priest, in cui li vediamo come mostri deformi, e con Friht Night, remake del classico degli anni ’80 L’Ammazzavampiri, che il cinema riscopre la passione per il lato prettamente horror e per nulla romantico degli immortali più famosi di tutti i tempi. Il film di Gillespie, rispettando pienamente lo spirito dell’originale, è caratterizzato da un giusto mix di commedia ed horror in salsa adolescenziale in cui scene di puro terrore sono intervallate da momenti di naturale divertimento. La sceneggiatrice Marti Noxon, non a caso già sceneggiatrice della serie televisiva di successo Buffy L’Ammazzavapiri, ha saputo mescolare thriller, horror ed umorismo per dare nuova verve al genere vampiresco. La storia segue le vicende di Charlie Brewster (Anton Yelchin) che ha tutto: ha molte amicizie ed esce con la ragazza più sexy della scuola. Ed è così cool e sicuro di sé che litiga anche con il suo migliore amico Ed (Christofer Mintz-Plasse). Ma i problemi arrivano quando un intrigante sconosciuto di nome Jerry (Colin Farrell) si trasferisce nell’appartamento a fianco. All’inizio sembra un ragazzo in gamba e riesce ad accattivarsi anche le simpatie della madre di Charlie (Tony Collette). Tuttavia dopo aver assistito a comportamenti particolarmente strani, il ragazzo arriva ad una conclusione certa: Jerry è un vampiro e la sua preda è l’intero vicinato. Per fermare la sua sete di sangue e proteggere le persone che ama, Charlie sarà costretto a combattere con tutte le armi che da sempre nuocciono ai vampiri (paletti, crocefissi, aglio e chi più ne ha più ne metta) e soprattutto con l’aiuto del popolare illusionista neo-gotico Vincent (David Tennant). Questa improba battaglia genera una serie di situazioni divertenti e battute sagaci tinte qua e là da giusti momenti di tensione e da picchi di sangue e orrore, il tutto coadiuvato da brillante trovate registiche e dall’ormai immancabile visione stereoscopica.
Sara D’Agostino