Recensione di: La donna della mia vita
Meno male che il cinema italiano è in crisi… Non c’è bisogno di attendere il mese prossimo, in concomitanza con l’inesorabile, quanto penosa, uscita dell’ennesimo cinepanettone, per valutare lo stato dell’industria. Si perché l’ultimo film di Luca Lucini, a discapito o beffa delle innumerevoli proteste perpetrate negli ultimi mesi dagli addetti ai lavori e non, in merito agli scandalosi tagli ai fondi per la Cultura (“Tutti a casa” è lo slogan), si avvale della consistente collaborazione produttiva fra due importanti majors italiane come Cattleya e Universal Pictures, e della per nulla trascurabile uscita nelle sale in 250 copie. La domanda a questo punto è una sola: quali progetti meritano tanta attenzione per risollevare l’economia dello spettacolo e quali sono, invece, costretti a conseguire il brevetto di “incassettati”? Sembra essere la commedia sofisticata la “nuova” frontiera, ma dopo il discutibile tentativo compiuto dai fratelli Vanzina con “Ti presento un amico”, c’è, forse, qualcuno che si prenda la briga di spiegare agli sceneggiatori che il fatto di collocare le storie all’interno di nuclei borghesi non basta a raggiungere la levatura che ha reso magnifico il cinema classico hollywoodiano fra gli anni Trenta e Sessanta? Dove sono i dialoghi incalzanti e ritmi sostenuti? Dove i rocamboleschi cambiamenti di fronte tipici dell’elegante commedia degli equivoci? Il tentativo Luca Lucini l’ha fatto, ma è anche vero che non bisogna scagliare l’intera faretra di frecce su un unico bersaglio. Il soggetto di Cristina Comencini non stuzzica l’appetito, i personaggi non consentono l’immedesimazione perché hanno una parabola drammatico-emotiva non verosimile. Il personaggio di Luca Argentero in particolar modo, compie un’evoluzione non credibile, accentuata da una recitazione eccessivamente caricaturale. La spontaneità attoriale di Alessandro Gassman e Stefania Sandrelli viene messa in ombra da dialoghi poco curati. Un inchino doveroso va fatto alla presenza nel cast tecnico della grandissima costumista Premio Oscar Gabriella Pescucci, la quale ha fatto indossare a Gassman dei cardigan davvero improbabili!
Serena Guidoni