Recensione di Mother! – Venezia 74
Dopo il disastroso Noah (2014), il regista Darren Aronofsky torna a far parlar di sé e della sua arte con Mother!, in Concorso alla 74esima Mostra del Cinema di Venezia. Lo fa in modo spiazzante, turbando e disturbando lo spettatore, colui che solamente ad un’analisi approfondita e non superficiale potrà comprendere appieno il vero intento del regista e il vero significato intriso tra sangue e fiamme di quest’opera così coraggiosa.
Al centro della vicenda ci sono un uomo ed una donna (Javier Bardem e Jennifer Lawrence). Lui scrittore, lei prevalentemente moglie, i coniugi vivono in una casa a più piani in mezzo al verde, una sorta di Paradiso. La loro quiete viene disturbata, quando alla loro porta bussa un’altra coppia sposata (Michelle Pfeiffer e Ed Harris) e niente sarà più lo stesso.
Scarna, ma è giusto così, la trama di Mother!, un film che più che essere raccontato, va visto, esplorato, analizzato, già partendo dal titolo. Madre con punto esclamativo è nient’altro che Madre natura, generatrice di vita ma anche infuriata se l’uomo che ha creato, la distrugge. Un’umanità rappresentata dalla prima coppia del Paradiso, Adamo ed Eva, forse non così facilmente intuibile, e dai loro figli, che con rabbia entrano in scena dal nulla, per portare scompiglio.
È solamente uno dei primi momenti e scene deliranti che accompagnano il pubblico in un viaggio propriamente al centro della Terra. Dal turbine nasce la creatività e Bardem nel ruolo dello scrittore, generatore di vita insieme alla partner, si dimostra come Dio, osannato dal “popolo”, ma allo stesso tempo sfruttato.
I due generatori di vita non riescono a rimanere soli, lei in una supplica disperata gli dice “Perchè non possiamo stare soli?”, un grido che ha origine dal profondo, da quelle crepe che spesso ritornano a sanguinare e sono un diretto messaggio all’uomo, che soffoca la Terra e non lascia stare la Natura.
Non solamente una chiara denuncia sociale ed ecologica-ambientale, Mother! è un’allegoria, forse per alcuni troppo caotica e disturbante, di molti episodi biblici. Il primo è senza dubbio quello che vede Adamo ed Eva, un Adamo riconoscibile da una ferita sul costato e una pietra di diamante che altri non è che la mela del peccato.
Dopo la loro cacciata da quel Paradiso, Madre Natura e il Creatore (Bardem) ritrovano la loro pace, sconvolta dall’arrivo in casa di un turbine di persone, fans dello scrittore, emblema di quell’umanità, raccontata frame per frame (troppo veloci forse da distinguere tra loro), che accoglie il Bambino benedetto, si ciba di lui, ma poi disgrega e fa soffrire la Terra.
Ancora tanti sarebbero gli spunti di riflessione per poter comprendere appieno la nuova fatica di Aronofsky. Impegno è anche quanto richiede il regista al pubblico, soprattutto per capire e solamente poi, poter esprimere un giudizio completo. Film non per tutti, ricco di spunti di riflessione e chiavi di lettura, per palati sopraffini!
Alice Bianco