Recensione di: Nel paese delle creature selvagge
Cosa c’è di meglio, per appagare il proprio desiderio di attenzioni, di un’isola popolata esclusivamente da grosse creature pelose in cerca di un sovrano. Cosa c’è di meglio di un luogo fuori dal tempo e lo spazio, dove correre, gridare e lanciare sassi non è un “reato”. Cosa c’è di meglio per sentirsi meno esclusi o invisibili della consapevolezza di possedere un universo tutto nostro dove rifugiarsi. Se non ci si è completamente scordati cosa rappresenti l’infanzia, percepire la profondità di tale evasione è un atto dovuto verso noi stessi; verso quel momento della vita così lontano perché intrappolato negli ingranaggi di un’esistenza “adulta” e disillusa. Questa è la storia di Max, un bambino sfrenato e sensibile che si sente incompreso in famiglia e scappa nel Paese delle Creature Selvagge. Max arriva in un’isola dove incontra creature strane e misteriose le cui emozioni sono selvagge e imprevedibili come le loro azioni. Le Creature Selvagge desiderano ardentemente avere un capo che le guidi, allo stesso modo in cui Max sta cercando un regno da governare. Quando Max viene incoronato re, promette di creare un posto dove tutti saranno felici. In breve tempo, però, Max scopre che il suo regno non è facile da governare e che i rapporti sono molto più complicati di quanto pensasse inizialmente. “Nel paese delle creature selvagge”, diretto dall’innovativo Spike Jonze (“Essere John Malkovich”, 1999), è un film nato dall’affetto profondo e il rispetto che il regista, e l’acclamato scrittore statunitense Dave Eggers, nutrono per l’omonimo libro, scritto e illustrato da Maurice Sendak, autore fermamente convinto del fatto che non si debba parlare con i giovani sentendosi superiori. Pubblicato nel 1963, il libro ha ricevuto una Medaglia Caldecott ed è stato classificato da Publishers Weekly come uno dei 10 best-seller per bambini di tutti i tempi sin dal 1970. Sin dalle prime sequenze si percepisce che l’intento non è stato quello di fare un film per bambini, ma che l’infanzia, come periodo confusionario e delicato, fosse il vero perno sul quale dovesse ruotare la storia. Jonze approfondisce i momenti e le situazioni di chi a otto anni cerca disperatamente di capire il mondo, le persone che ti stanno attorno e le emozioni così imprevedibili. Essere disorientati di fronte alle relazioni umane, e trovare la chiave per gestirle, è una scommessa perpetua…
Serena Guidoni