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Recensione di: Quasi amici

Quasi amici, brillante commedia diretta dai francesi Olivier Nakache ed Éric Toledano, è il nuovo strabiliante film campione d’incassi in Francia, che può vantarsi di aver superato, al box-office, persino l’irraggiungibile Giù al nord (successo diretto da Dany Boon nel 2008). Come in quest’ultimo caso, la piacevolezza della commedia, il gusto nel saper dosare un umorismo così politicamente scorretto, intervallando la pellicola con momenti in cui l’emozione strappa la lacrima ma mai forzatamente, fanno di questo film un vero gioiellino del cinema contemporaneo, come, aimè, solo i francesi sanno fare. Sempre, come nella commedia di Boon, anche in questo caso è previsto un remake italiano, in virtù del fatto che il successo di Benvenuti al Sud (e al Nord!), ha convinto i produttori italiani ad affidarsi maggiormente a film già scritti che proporne di nuovi. Mistero di un cinema italiano sempre più a corto di idee! 

François Cluzet e Omar Sy, il primo un attore dalla tipica eleganza e sobrietà francese e il secondo un colosso di colore dall’umorismo impareggiabile, sono gli interpreti di un film la cui peculiarità sta nel fatto di non appellarsi mai al pietismo per raccontare una storia di sofferenza (fisica e non), di emarginazione ed amicizia che oltrepassa confini razziali e di ceto sociale. Il fatto che il film sia basato su una storia realmente accaduta, rende tutto più “terreno” e meno favolistico.

Il milionario Philippe, divenuto tetraplegico a causa di un incidente con il deltaplano, ha bisogno di essere assistito giorno e notte. Si presenta alla sua porta Driss, giovane senegalese dalla scapestrata condotta di vita. Ma sarà proprio la sua incredibile energia ed esuberanza a fargli ottenere il lavoro. Se, almeno sulla carta, non si può dire che i due abbiano qualcosa che li accomuni, nella loro totale diversità troveranno vicendevolmente un amico, attraverso il quale riscattarsi.

Quando si pensa ad una storia del genere, inevitabilmente ci si attende di versare perpetue lacrime. Quasi amici, invece, utilizza un umorismo grottesco e mai volgare o offensivo, grazie al quale, se proprio lacrime bisogna versare, queste saranno per le risate!

Serena Guidoni
 

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