Recensione di: Scontro tra Titani
L’anno scorso “Scontro tra Titani” era stato proposto al pubblico cinematografico come la prima risposta al 3D di “Avatar”, e non solo perché i due film hanno lo stesso protagonista. A distanza di un anno, con i primi passaggi televisivi, ciò che risulta subito evidente è che il risultato non cambia: vederlo al cinema in tre dimensioni o sullo schermo di casa in due dimensione, “Scontro tra Titani” rimane un film scadente, approssimativo e un’occasione sprecata, considerati i milioni di dollari investiti.La storia narrata è quella di Perseo, il solito semi-dio figlio di Zeus, che cerca di salvare il mondo dal malvagio Ade, che nei primi dieci secondi di narrazione gli uccide tutta la famiglia umana che lo ha adottato. Ovviamente la pellicola di Luois Leterrier non ha nulla, ma proprio nulla, dei grandi kolossal nati tra Hollywood e Cinecittà del post-guerra. Epico sì, ma solo per la materia trattata, solo perché i nomi dei personaggi principali compaiono nella mitologia grego-romana. Poi per il resto è un film che con quelle storie non c’entra nulla. Inutile ricordare gli errori commessi (ad esempio chiamare le tre Parche con il nomignolino di “streghe”), anche perché errare è umano: peccato che però i dialoghi sembrano essere stati scritti da uno studente di terza elementare e nemmeno visivamente (escludendo il personaggio di Medusa) è un granché questo lavoro. La regia poi è solo concentrata nel mostrare al telespettatore delle continue inquadrature aeree, spettacolari all’inizio, noiose dopo un po’.
Eppure guardando i nomi del cast (Sam Worthington, Gemma Arterton, Liam Neeson, Ralph Fiennes, per fare qualche nome!) il risultato doveva e poteva essere decisamente migliore. In attesa del secondo capitolo, ci sarà un secondo capitolo!, inutile dire che “Scontro tra Titani” è sconsigliabile a tutti i veri appassionati di cinema. Recuperate qualche film dal passato, se proprio avete voglia di mitologia!
Davide Monastra