Recensione di: Super
Presentato al Toronto Film Festival e in anteprima al 28° Torino Film Festival, Super è l’opera seconda del regista James Gunn (il primo film è stato Slither nel 2006), noto ai più come sceneggiatore per la famosissima casa di produzione indipendente americana, fucina inesauribile di B-movie fra trash e splatter, che prende il nome di Troma Entertainment (quella per intenderci del cult Tromeo and Juliet, 1996). Inizialmente il film doveva essere un cortometraggio di rodaggio per il regista statunitense ma, come spesso accade, la storia prende corpo, si anima ed arriva un momento nel quale le briglie cronometriche devono essere necessariamente scardinate. Se l’idea di base (un uomo qualunque, privo del benché minimo superpotere, in lotta contro la criminalità) ricorda il divertentissimo Kick-Ass diretto da Matthew Vaughn, l’impianto narrativo assume dei “colori” assolutamente differenti quando il protagonista entra in contatto con il suo bisogno di adempiere a dei compiti che Dio stesso pone sotto i suoi occhi. Tra battute irriverenti, sfacciatamente sardoniche e sequenze che sconfinano nell’assurdo (una fra tutte il dito di Dio che tocca il cervello privato della calotta cranica del protagonista, input per la missione che dovrà compiere), il film finisce col rappresentare una tendenza che negli Stati Uniti sembra stia prendendo sempre più piede: uomini pronti ad andare in giro per le strade, mascherati da supereroi, nel tentativo di porre fine agli orrori, ingiustizie e vessazioni del mondo. Ma per tornare alla finzione, nel film il senso di impotenza ed inettitudine del protagonista (uno straordinario Rainn Wilson) è messo a dura prova quando il pilastro fondamentale sul quale si poggia la sua intera esistenza (la moglie, interpretata da Liv Tyler, lo abbandona per lo spacciatore Kevin Bacon) lo costringe a tirare fuori coraggio e sangue freddo dando vita a Saetta Purpurea. Al suo fianco, in questa lotta impari con la criminalità, troviamo Saettina (Ellen Page), una squilibrata amante dei fumetti, desiderosa soltanto di indossare un costume e far diventare realtà i suoi sogni di gloria più remoti. Non c’è spazio per i moralismi, i mezzi e i risultati con i quali i due strampalati supereroi colpiscono al cuore della criminalità, sono esattamente ciò che quest’ultima si merita…
Serena Guidoni