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Recensione di: Tournée

Il New-burlesque, fenomeno attivo negli Stati Uniti dagli anni Novanta, ha prepotentemente riportato alla ribalta un genere di spettacolo parodistico nato nella seconda metà dell’Ottocento nell’Inghilterra Vittoriana ed importato successivamente negli Usa, divenuto oramai una miniera d’oro dello showbiz, attirando persino l’attenzione di popstar come Madonna, Christina Aguilera, Gwen Stefani e Lady Gaga. Ma dietro lo sfavillante mondo fatto di vestiti succinti, abbondanti piume di struzzo e un trucco che rende il volto più simile ad una maschera, c’è la necessità di persone comuni di diventare delle performer, poiché la vita ordinaria è una gabbia per la loro personalità esuberante. Ma come si dice spesso per gli attori comici, il paradosso sta nel fatto che dietro tutta questa allegria e gioia di vivere, si cela una profonda malinconia.  Mathieu Amalric, uno dei più talentuosi attori francesi degli ultimi anni, fa il suo debutto nella doppia veste di attore e regista in grande stile, aggiudicandosi persino il Premio alla Miglior Regia all’ultimo Festival di Cannes. Amalric decide di raccontare il mondo dello spettacolo con uno sguardo dall’interno, portandoci in giro per la Francia in compagnia  Joachim, ex produttore televisivo parigino, di ritorno dall’America insieme ad un team di performers spogliarelliste talentuose e stravaganti, alle quale ha alimentato la fantasia con un tour con tappa finale a Parigi! La tournée però finisce col relegare le showgirls nello squallore di hotel impersonali, e la mancanza di soldi fa sembrare la Ville Lumière un autentico miraggio. Il taglio della pellicola ha un sapore documentaristico, ma questo non impedisce allo spettatore di condividere gioie e dolori di personaggi “surreali” sul palcoscenico e assolutamente autentici al di là delle luci della ribalta. Ad accompagnare la già citata malinconia dei personaggi, vi è quel profondo senso di solitudine tipico di chi sente l’imperante necessità di trovare il proprio “posto” nel mondo, che sia esso un luogo fisico, o anche il girovagare senza sosta.

Serena Guidoni

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