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Recensione ‘Il Buono Il Matto Il Cattivo’

Uno spaghetti Western made in Korea. Non sono infatti deserti dei cowboy ma le rocciose pianure della Manchuria lo scenario per un omaggio, in versione asiatica,  del mito vivente del cinema Western, Sergio Leone.

Kim Jee-Woon firma “Il Buono Il Matto Il Cattivo” una esplicita versione rivisitata de “Il Buono, Il Brutto, Il Cattivo” di Sergio Leone. Ma non è solo questo il riferimento al cinema nostrano. La sequenza iniziale, che coinvolge i tre protagonisti nella ricerca di una fantomatica mappa del tesoro, si svolge su un treno in corsa ed è un chiaro riferimento a “C’era una volta il West”.

Un film pieno di idee, che si rifà in pieno alla tradizione stilistica Leoniana, ricco, sulla carta, di gag, battute, e scontri. Il problema principale è che tutto scivola via dopo metà della narrazione, rendendo il film troppo dilatato, lento e a tratti noioso, con un’ironia che risulta, troppo spesso, sterile.

Un film che condensa le buone pratiche del cinema koreano con i grandi maestri del cinema moderno. Le citazioni non sono solo per il nostro Sergio Leone ma anche per il pastiche  che Quentin Tarantino utilizzò quasi dieci anni fa  in “Kill Bill”.

Tanti riferimenti, molte citazioni, un ottimo impegno ma in conclusione una scarsa sostanza per un film che si rifà di più ad un cinema di trent’anni fa , facendo fatica ad inserirsi nel contesto cinematografico attuale.

Eva Carducci  

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