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Recensione: Un marito di troppo

Un marito di troppo

Griffin Dunne firma una leggera e romantica commedia che esce nelle sale italiane, inspiegabilmente, due anni dopo rispetto l’uscita statunitense. Uma Thurman è la dottoressa Emma Lloyd l’impostata e dispensa consigli speaker della trasmissione “True Love” , fidanzata e prossima al matrimonio con Colin Firth, un determinato editore inglese in pianta stabile a New York. La loro vita sentimentale procede tranquilla, serena e senza imprevisti fino a quando Jeffrey Dean Morgan, il fireman del Queens, decide di cambiare la sua situazione sentimentale entrando come un hacker nel database comunale, il risultato però sarà inaspettato per entrambi. Una commedia molto leggera, che nonostante annoveri ben tre sceneggiatori (Mimi Hare, Clare Naylor e Bonnie Sikowitz) non riesce a superare le banalità e le scontate situazioni in cui la commedia, purtroppo, si impelaga, allontanandola drasticamente dall’aggettivo “brillante”. Le relazioni sentimentali tra i personaggi non vengono approfondite, lasciando lo spettatore confuso e incapace di indagare affondo sui legami umani e sentimentali che legano i personaggi. Una nota di colore, e di vivacità, rimane indubbiamente la partecipazione di Isabella Rossellini che interpreta la signora Bollenbecker, moglie del proprietario della casa editrice del libro della protagonista. Una partecipazione di spessore in una leggerezza troppo banalizzata.

Eva Carducci

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