Resistenza naturale – Recensione
Se pensate che Resistenza naturale sia un documentario sul vino e sulla sua coltivazione, vi avvisiamo fin da subito, non è così. Il film di Jonathan Nossiter, regista brasiliano-americano, infatti è qualcosa di più profondo, è la storia del coraggio e della forza di alcune persone che hanno deciso di portare avanti un’idea e per essa sono disposti a tutto.
Da questo punto di vista, raccontandoci 4 storie di 4 vigneti italiani che vogliono resistere alle leggi internazionali sull’agricoltura per continuare a produrre vino naturale, il cineasta cerca di dare al suo documentario una connotazione universale che parte da un microcosmo e si spinge a toccare più persone possibili con il suo racconto.
Le persone descritte in questa pellicola, sono persone acculturate che decidono di coltivare la terra in maniera naturale, ma anche naturalmente visto come avverbio, perché lo hanno scelto razionalmente per un preciso scopo.
Cultura che si fonde, dunque, con la coltura: non gente che si oppone alla tecnologia, che non sa usarla, ma persone che decidono di dare un senso alla tradizione portandola in un presente sempre più caotico e cibernetico.
Il progresso deriva, in questo caso, da un forte legame con il passato ed è qui che Nossiter inserisce anche immagini di repertorio e pezzi di film italiani e documentari offerti dalla Cineteca di Bologna, tanto che ad apparire è anche il direttore, Gianluca Farinelli.
Resistenza naturale non è solo un insieme di immagini e racconti messi lì. Nossiter, infatti, compie anche le sue scelte registiche attraverso un attento montaggio e diverse inquadrature. Un documentario che però, si ha la sensazione che non voglia documentare, ma porre le parole dei protagonisti al centro della vicenda, mostrando alcuni elementi per poter dare allo spettatore la possibilità di farsi una sua opinione e, magari, creare un confronto e un dibattito tra chi vedrà questa pellicola di vita vera.
Sara Prian