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Riddick – Recensione

Proseguono le peripezie del fuorilegge “furiano” Richard B. Riddick, nove anni dopo l’uscita del secondo capitolo della saga. Tradito dalla sua specie ed abbandonato a morire su un pianeta ostile, riesce a sopravvivere sfruttando le sue doti sovraumane e la sua tenacia. Segue la lotta con alcuni cacciatori di taglie giunti sul posto per incarcerarlo, e che finiranno coinvolti nel suo piano di vendetta contro gli odiati Necromonger. Nel dirigere per la terza volta sul grande schermo il popolare anti-eroe, David Twohy realizza un grezzo e dignitoso B movie poco adatto ai palati fini. Forte di una suggestiva fotografia e ricco di ottimi effetti speciali, è purtroppo appesantito da un ritmo piuttosto discontinuo, in quanto risulta soddisfacente nella singola sequenza ma un po’ a singhiozzo nel complesso della struttura narrativa. Le battute finali soffrono poi di una certa ridondanza e prolissità, dovute ad una durata della pellicola forse eccessiva. A ravvivare la vicenda troviamo però una serpeggiante ironia (a tratti difficilmente distinguibile da quella involontaria, il che potrebbe non avere molta importanza),  riuscite incursioni nello splatter (il sesso è invece solo suggerito, a parte due scene di nudo ultra-commerciali) e non ultimo un gusto accattivante nell’amalgamare la fantascienza con l’orrore. Sotto quest’ultimo aspetto spiccano le fasi iniziali del racconto, in cui compare in scena il solo Riddick alle prese con creature mostruose ed accuratamente caratterizzate. Buone le performance del cast, sebbene il massiccio e granitico Vin Diesel non possa vantare quell’espressività che di fatto sarebbe doppiamente necessaria nell’interpretare un personaggio dagli occhi spenti. Un film in definitiva abbastanza godibile e non strettamente riservato ai fan irriducibili del protagonista. Consiglio in coda: la conoscenza di determinati retroscena (leggi: “The Chronicles of Riddick”) è consigliata per maggior chiarezza nella visione.

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