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Rigor Mortis – Recensione

Il 30enne Juno Mak, cantante famosissimo nella sua Hong Kong, è sbarcato al Lido con “Rigor Mortis”, una pellicola che gareggia nella sezione “Giornate degli autori”, che rende giustizia e celebra i 30-40 anni del genere cinese Jiangshi, conosciuto come quello dei vampiri e degli zombie saltellanti.

Un ex attore di cinema arriva in un fatiscente residence zeppo di appartamenti e affitta il 2442. Ad un tratto si appende al soffitto intenzionato a suicidarsi, ma il gesto scatena la presenza di spiriti macchiati di sangue che vogliono impadronirsi del suo corpo. In suo soccorso arriva un vicino, che lo salva. L’ex attore inizia così a conoscere gli abitanti del posto e le loro storie inquietanti di fantasmi, vampiri ed ammazza-vampiri.

Splatter, horror, fantasy e magico, “Rigor Mortis è una riflessione sulla vita dell’attore, sulla sua decadenza, ma è soprattutto, sinonimo di rinascita, quella che ben presto interesserà uno degli abitanti del caseggiato, resuscitato in sembianza vampiresca dopo un rito di magia nera.

Sviluppato con una narrazione certamente tipica dei film horror cinesi anni ’70, ma atipica e poco conosciuta nel resto del mondo, il film risulta molto originale, seppur vi siano riferimenti anche ad altri film come “Two Sisters” (2004) del regista coreano Ji-woon Kim.

Con un mistero da risolvere, la presenza di fantasmi che sono stati creati discretamente con l’uso degli effetti speciali e le interpretazioni di attori come Chin Siu-hou (il protagonista), Anthony Chan (Yau) e Nina Paw, famosissimi  per aver recitato in altre pellicole del genere in passato, il film risulta convincente, adatto ad un pubblico che ama gli splatter e gli horror di qualità.

La qualità è proprio espressa analizzando e costruendo bene la scenografia e gli effetti speciali, così come la musica, che sottolinea e rafforza i momenti più importanti del film, senza mai esagerare od imporsi.

Il ritmo ed il montaggio studiati per bene con assoluta continuità e l’assenza di dialoghi troppo prolissi, rendono il film un perfetto omaggio ad un genere hongkonghese ormai meno rilevante, prospettandone una ripresa e un auspicio che la carriera appena iniziata del cantante-regista sia in salita.

Alice Bianco

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