Rock of Ages – Recensione
1987. Los Angeles. Negli anni d’oro del Rock, circa un decennio prima, nasceva il Bourbon Room, storico locale che da allora preserva l’anima ribelle di quella musica dissacrante. Sherrie, una amabile ragazza americana della periferia contadina americana arriva nella città dei sogni per realizzare il suo, diventare una cantante famosa. Nella città degli angeli incontra Drew ed è subito amore. Ma in una città che vive di successi, ma anche di sogni infranti e cuori spezzati tutto può succedere, come toccare il fondo e risalire in superficie verso le luci della ribalta. Concetto molto chiaro alla Rock Star emblema del Rock Stacee Jax (Tom Cruise) che si ritrova a suonare il suo ultimo concerto con gli Arsenal proprio dove tutto era cominciato, al Bouron Room.
Il film gode di una colonna sonora di tutto rispetto a base di rock che rende Rock of Ages la trasposizione perfetta dal palco al grande schermo di un musical che diverte e non stanca, capace di risvegliare l’animo rockettaro di ogni spettatore.
I due giovani protagonisti, Julianne Hough e Diego Boneta, rendono onore ai rispettivi personaggi con le loro doti canore e recitative e reggono bene il confronto con i “big” Tom Cruise, Paul Giamatti, Alec Baldwin e Catherine Zeta-Jones.
Il valore aggiunto è però Tom Cruise. La sua è un’interpretazione perfetta del rocker Jaxx, superato lo sconcerto di veder Mister Top Gun recitare a petto nudo, pieno di tatuaggi e con i capelli lunghi, il suo magnetismo colpisce e cattura rendendo il suo personaggio terribilmente realistico.
Rock of Ages è un film da non sottovalutare, consigliato non solo agli amanti dei musical, ma anche ai nostalgici dell’epoca d’oro del Rock’n’Roll.
Pronti con le bandane, le canottiere nere e i jeans strappati? Allora Rock’n’roll!
Eva Carducci