Ruby Sparks – Recensione
La coppia di registi, Jonathan Dayton e Valerie Faris, ritorna al cinema con una nuova commedia, Ruby Sparks, in cui ritroviamo anche un loro attore feticcio, Paul Dano, che i due coniugi/registi avevano già diretto nel film Little Miss Sunshine, vincitore del Premio Oscar come Miglior Sceneggiatura Originale. Originale come il secondo film di Dayton e Faris, che ogni volta animano sul grande schermo personaggi e situazioni dalla risata intelligente.
Paul Dano interpreta un ex enfant prodige della scrittura, che, dopo 10 anni dall’uscita del suo primo ed unico romanzo, diventato un best seller della letteratura americana, non riesce più ad avere idee per un nuovo lavoro da mettere su carta. Una notte però sogna una ragazza, Ruby Sparks, appunto, che miracolosamente si palesa all’improvviso nella vita del giovane scrittore, stravolgendolo, soprattutto quando scoprirà di avere un potere assoluto sulla povera donna, grazie alla forza della scrittura e all’ausilio della sua macchina da scrivere.
Il tono che Dayton e la Faris decidono di regalare ancora al popolo dei cinefili è assolutamente indie, come il loro primo lungometraggio, servendosi anche del volto di Paul Dano che ormai da anni è il portabandiera ufficiale di questo nuova corrente cinematografica americana. Con Ruby Sparks ritroviamo tutta la magia che i due registi, nonché sceneggiatori, avevano inserito in Little Miss Sunshine; solo che, mentre nella loro opera prima il tema principale era la famiglia, in Ruby Sparks i legami familiari hanno invece un valore secondario, dato che al centro dell’azione ci sono l’amore e i rapporti tra gli uomini e le donne. L’amore del resto è già un tema delicato e complicato, che diventa impossibile da gestire quando c’è chi è totalmente succube dell’altro. Il film ovviamente esaspera questo il concetto, dato che ciò su cui si riflette ma al contempo si ride è la dicotomia tra il desiderio dello scrittore di avere al suo fianco la donna dei suoi sogni e la sua voglia di lasciare libera scelta a Ruby. Inutile negare anche uno dei messaggi sottili che i due registi lanciano allo spettatore: la scrittura è una delle cose più importanti che accompagnano la vita dell’essere umano, tanto da poter indirizzare le sue scelte; scelte che possono essere giuste, ma scelte che possono anche essere sbagliate.
Indubbiamente una delle commedie più divertenti di quest’anno, anche se, molto probabilmente, non riuscirà a bissare il successo alla notte degli Oscar 2013.
Davide Monastra