Spring Breakers – Recensione
Concorso – 69. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia
Avete presente le famose feste di primavera americane? Quelle che si svolgono in Florida, dove si riversano tutti gli studenti dei college per fare baldoria, fra alcool, sesso e rock & roll? Nel caso in cui ve le foste perse, Spring Breakers, appunto, ve le illustra minuziosamente attraverso il racconto di quattro ragazze disposte a tutto pur di avere la loro vacanza.
Amiche sin dai tempi dell’asilo, quattro giovani fanciulle frequentanti il college, decidono di partire per le vacanze di primavera e di evadere dalla loro monotonia fatta di festini, lezioni noiose e vita da campus. Purtroppo i soldi non ci sono, neanche a volerli riunire tutti, così le più estreme delle due si inventano di andare a rapinare un supermarket per avere denaro a sufficenza, detto fatto, si parte per la Florida a fare baldoria. Sarà proprio la baldoria estrema del posto che evidenzierà i caratteri e le personalità di ognuna di loro, in una catarsi di eventi che mette in risalto tutta la critica della superficie del modus vivendi americano. Tramite questi festini e quello che può sembrare un approccio leggero della pellicola, si nasconde un forte attacco alla sottocultura americana, con l’infrangersi dell’american dream, che ha ormai come unico scopo il fare i soldi a tutti i costi, al facile accesso che si ha alle armi, e alla totale mancanza di giudizio dei giovani, cresciuti con falsi miti e ideali distorti.
La struttura delle immagini è quella di un video clip musicale, sembra infatti di essere sintonizzati sul canale di MTV, con colori fluo e musica a tutto volume per gran parte del film, la sceneggiatura ha volutamente calcato la mano sull’esagerazione e sulla riflessione di come tutto sia futile, donando alle ragazze protagoniste una personalità forte e al tempo stesso terribilmente fragile con le loro mille insicurezze e mille contraddizioni. Il personaggio di James Franco è un ragazzo arrogante, fondamentalmente stupido, convinto che possedere cose sia l’unica rivalsa possibile, fare soldi e divertirsi come in uno stato di “Spring Breakers Forever”, dove a fare da padrone sono le false ideologie che la società ha creato negli anni. Ci aveva già sorpreso con il suo ruolo in Strafumati, ma qui carica al massimo la sua interpretazione di un deejay-spacciatore perso nei meandri delle sue convinzioni, solo, completamente sottomesso dalle protagoniste, con denti d’argento e treccine lunghe nei capelli, Franco non fa che affermare il suo talento versatile.
Un film che ha generato parecchie polemiche qui al Festival, sulla scelta di inserirlo in concorso e, sulle tematiche, a detta di alcuni, tremendamente futili e non adatte alla selezione ufficiale. In realtà quando si arriva al settimo giorno di festival si avverte la necessità di una pellicola diversa, Spring Braekers arriva puntuale a farci ridere e staccare la spina. Il giovane regista Harmony Korine colpisce nel segno delle sue intenzioni, aiutandosi furbamente anche nella scelta del cast, che shoccherà parecchio le fan delle icone Disney Vanessa Hudgens e Selena Gomez.
Sonia Serafini