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Surrounded – Recensione

Poco horror, poco thriller, ma un’opera prima di psicologia e indagine sulle colpe e le responsabilità. Questo è la pellicola di Laura Girolami e Federico Patrizi, un Surrounded-Circondata, che costruito purtroppo in una successione ritmica che gli rende poca giustizia, affronta un tema crudele e cupo e lo fa con una regia studiata e con un soggetto originale.

Maryann (Tatiana Luter) è una giovane insegnante, che rimane sola nella sua villa di campagna completamente isolata, dopo che il marito, Carl (Daniel Baldock), un avvocato, si assenta per un giorno intero a causa di viaggio di lavoro. Per ventiquattro ore, la donna inizia ad essere perseguitata da quello che pare un ladro con una maschera sul volto. Riuscirà a vedere le luci dell’alba?

Una casa abbandonata a se stessa anche se abitata e signorile, in mezzo alle campagne di una regione e paese qualunque. Quale location migliore per dar vita ad una storia che all’apparenza ricorda Trespass (2011) di Joel Schumacher o Panic Room (2002) di David Fincher, ma che è nasconde in sé un significato interiore e particolare, che lo spettatore conoscerà solamente verso la fine.

All’apparenza il tema del ‘’ladro che fa irruzione in casa’’ non è certamente nuovo, la donna in pericolo è pure incinta, da sola e impossibilitata a chiedere aiuto, tutti elementi tipici del thriller più classico, ma proseguendo, anche se a ritmo stentato, con una tensione che a volte si fa fatica a sentire, il film rivela delle sorprese.

Vietato quindi dire troppo di questa pellicola, che nonostante e per sua sfortuna, prenda il via solamente mezz’ora dall’inizio, riesce a convincere, anche se i suoi difetti li ha. Quel che si nota fin da subito è un doppiaggio italiano, poco accurato, scene iniziali che sembrano quasi da soap opera e scelte discutibili anche per quanto riguarda l’atteggiamento della protagonista.

Eliminando questo superfluo però, è da considerare degna di nota la regia, con soggettive, grandangolari e campi lunghi funzionali, che sommati ad una giusta resa dell’atmosfera, grazie anche ad un uso dell’appartato musicale e rumoristico adeguato e numerose citazioni al cinema nostrano con inquadrature alla Dario Argento, il film dimostra di avere personalità ed essere coraggioso.

Senza puntare a risultati troppo elevati e prendendo in considerazione che si tratta di un’opera prima, Surrounded-Circondata è un buon prodotto sperimentale ed indipendente, che nel suo piccolo ha il suo perché e grazie ad un soggetto all’apparenza poco originale, saprà stupire lo spettatore con un colpo di scena finale.

Alice Bianco

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