Recensioni Film

Terraferma – Recensione

Emanuele Crialese ci regala un racconto fatto di uomini e condizioni sociali, in Terraferma convivono due leggi: quella del mare e quella degli uomini. Quella del mare viene esplicata da Ernesto, un uomo di settant’anni che ha vissuto sempre sul suo barcone di pesca, e quella degli uomini che ci prospetta Nino, suo figlio, che è conscio della situazione dell’isola, e dello sfruttamento turistico. L’arrivo di Sara, una donna che approda sul posto dopo una terribile traversata su un barcone, metterà in discussione le due leggi facendole scontrare.
Crialese ci ha abituati ad un cinema di ottima qualità, i suoi precedenti lavori quali Respiro e Nuovomondo, avevano stupito critica e pubblico, di conseguenza è inevitabile come su questo film gravasse il peso dell’aspettativa. E lui risponde non deludendo nessuno, con attori tirati a lucido, dai quali ha preteso il massimo, una regia curata nei dettagli e l’aurea di fascino di un cinema dimenticato. Non manca neanche la parte di denuncia sociale in Terraferma, la parte in cui si fa riferimento alle controverse leggi italiane che regolano l’immigrazione clandestina, obbligando i pescatori a non soccorrere uomini in mare per non rischiare problemi, forse raccontate in maniera leggermente banale, con i pescatori che personificano i buoni e le forze dell’ordine che rispecchiano la parte cattiva. Ma è un’opera che dona bellezza alle immagini, prima ancora delle parole, un’opera come ne mancano molte ormai, purtroppo, in Italia.

Sonia Serafini

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio