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The Amazing-Spider-Man 2: Il potere di Electro – Recensione

Eccolo di nuovo, Spider-Man, il supereroe dei supereroi, nel secondo capitolo della nuova serie inaugurata da Marc Webb che nel 2012 ha fatto rinascere a nuova vita le avventure del mitico Uomo Ragno dopo la fine della trilogia firmata Sam Raimi. Reboot capitolo secondo quindi, dopo che il primo era stato accolto da iniziale scetticismo. Ma questa volta la nuova saga firmata da Webb inizia a prendere una sua fisionomia più precisa.
The Amazing Spider-Man 2: Il potere di Electro torna a seguire le avventure del supereroe sempre in conflitto tra l’ordinaria vita di Peter Parker e le responsabilità di Spider-Man. Il giovane Peter, ormai consapevole di essere un eroe capace di volare tra i grattacieli di New York, questa volta si trova a vivere un momento di crisi nel suo rapporto con l’amata Gwen (Emma Stone). Nonostante i suoi sforzi, non riesce a stare lontano dalla ragazza come il padre di lei gli aveva chiesto alla fine del capitolo precedente, al fine di proteggerla. E ora, il timore di vederla partire per l’Inghilterra per motivi di studio, rende Peter ansioso. Quando poi il suo vecchio amico Harry Osborn (Dane DeHaan) ritorna, Peter si rende conto che tutti i suoi nemici sono collegati con la OsCorp, la società più potente e importante di New York che in passato aveva assunto suo padre. Allo stesso tempo infatti, Spider-Man deve affrontare un altro problema: Max Dillon (Jamie Foxx), anonimo impiegato della OsCorp, che in seguito a un incidente si trasforma nel terribile e potente Electro.
Fin dal principio si capisce chi è lo Spider-Man di Andrew Garfield: è un Peter Parker di cui si sceglie di raccontare le origini con un prologo che mostra la difficile scelta di Richard e Mary Parker di affidare il figlio alle cure degli zii. Ma c’è di più. Proprio il salto indietro mette in evidenza il tempo come vero tema centrale del film.
Non è casuale infatti che le immagini dell’incipit, gli ingranaggi di un orologio da polso, richiamino le importanti suggestioni connesse (prime fra tutte l’omaggio al cult Ritorno al futuro) al grande orologio della torre del finale. Apertura e chiusura sul medesimo simbolo del tempo, tema chiave di tutta la storia di Spider-Man.
A differenziare il film di Marc Webb dalle tante avventure di supereroi è poi il fatto di aver messo al centro del racconto una storia d’amore in lotta contro il tempo (appunto) e un destino avverso. Le traversie della storia tra Peter e Gwen (resa ancor più stuzzicante dal fatto che i due attori vivono il loro amore anche nella vita reale) sono il motore che alimenta le pirotecniche avventure di Spider-Man che questa volta deve vedersela, oltre che col fosforescente Electro del titolo, anche con il superpotente criminale Rhino (impersonato dal grande Paul Giamatti).   
Sulle vicende personali di Peter (il suo rapporto con Gwen, il mistero del padre scomparso con i segreti esperimenti della OsCorp) si innestano quindi due importanti storyline a comporre il tessuto stratificato del film: quella della trasformazione di Max Dillon in Electro e quella del rapporto tra Peter e il suo amico d’infanzia Harry che eredita dal padre, oltre al comando della OsCorp, anche una terribile malattia genetica (con conseguente metamorfosi nel temibile Goblin). Il lavoro fatto dagli sceneggiatori Alex Kurtzman, Roberto Orci e Jeff Pinker ha il merito di tenere distinte le diverse linee, fino alla sovrapposizione finale con epiloghi davvero sorprendenti (lo scontro con Electro nel cuore di una luminescente Times Square e la drammatica resa dei conti con il Goblin davanti alla già citata torre dell’orologio).
Non solo, lo spirito originale del fumetto creato da Stan Lee e Steve Ditko qui sembra essere conservato più e meglio che nei precedenti film: le entrate in scena dei “cattivoni” di turno, gli scienziati che parlano con uno spiccato accento “tedesco di Germania”, per non parlare dell’immagine di Spider-Man molto fedele al fumetto e di quella della bella Gwen (perfetto il volto della bionda Emma Stone per rendere lo spirito della ragazza di Spidey).
Per quanto riguarda il corredo tecnico del film, nulla da eccepire sul fronte del lavoro fatto in CG, arricchito dagli effettoni in 3D. Cinecomic dal cuore “umano” che solo in parte può definirsi teenmovie, The Amazing Spider-Man 2: Il potere di Electro è intrattenimento puro, adrenalina fatta di tuffi dai grattacieli e voli mozzafiato tra la skyline di Manhattan, perfetto per chi vuole volare “alto” ma non rinunciare al sentimento.
Segno evidente della riuscita operazione-ringiovanimento del supereroe operata da Webb, gli altri due capitoli della serie già messi in cantiere. Ma la politica di sfruttamento di un personaggio che da solo garantisce incassi stellari va oltre, sono stati infatti annunciati anche due spin-off sui villain storici di Spider-Man come Venom e i Sinistri Sei.
Insomma l’Uomo-Ragno e compagnia saranno ben presenti sui nostri schermi ancora per qualche anno. Gli Spider-Fan sono avvisati.

Elena Bartoni 
 

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