The Conjuring – Il caso Enfield – Recensione
Lasciarsi alle spalle un lavoro come quello dei coniugi Warren non è cosa facile, soprattutto se gli spiriti, in un modo o nell’altro continuano a tormentarti. Lorraine, infatti, si ritrova ad avere ancora delle visioni: una suora continua a palesarsi mostrandole una scena che riguarda suo marito. Il tutto è connesso al caso Enfield, dove gli Hodgson si trovano in una vicenda di possessione senza precedenti.
Senza spoilerarvi altro, “The Conjuring 2” mette in scena, ancora una volta, la totale solidità di James Wan come regista e creatore di storie paranormali che riescono a portare un brivido nello spettatore. La sua bravura sta nel non strafare, nel trovare il giusto equilibrio tra spaventi e sceneggiatura, unendo il tutto con una regia che ha del sontuoso. Con questo sequel, che è sequel solo nell’uso dei personaggi, il cineasta riesce a fare qualcosa di più che nel precedente non gli era riuscito e che aveva sfiorato con il il primo capitolo di “Insidious”: parlare d’amore attraverso un genere lontanissimo da quella tematica.
Unire horror e amore sembra una cosa al limite dell’impossibile ed infatti Wan cela questa connessione fino alla fine, rivelando ancora una volta un’ estrema originalità nelle sue opere che divertono lo spettatore, non solo dal punto di vista psicologico, ma anche di quello visivo. “The Conjuring 2”, infatti, inganna più volte visivamente il pubblico, ma invece di risultare noioso o ridondante, arricchisce la sua opera, portandola ad un’armonia che non si era vista nel primo capitolo.
Wan vuole prima di tutto raccontare una storia ed è questa la sua carta vincente, cosa che molti autori di questo genere di film dimentica un po’ tropo spesso. Ed è così che questo caso non diventa una pellicola fruibile solo per gli amanti di questo tipo di pellicole, ma si rivolge ad un pubblico più ampio, capace di ammirare non solo l’aspetto più horror, ma anche quello più psicologico e narrativo di un’opera.
I sequel sono sempre peggio del primo? Con Wan e “The Conjuring” questa “regola” non si realizza.
Sara Prian